L'intervento
Per valorizzare il Made in Italy cominciamo dalle competenze. Una proposta
"Sulle politiche per l’istruzione si gioca il futuro del paese: formiamo le nuove generazioni e prepariamole ad entrare nel mondo del lavoro. Ben venga il nuovo liceo", scrive il presidente di Confartigianato
Il rilancio del Made in Italy è al centro degli impegni del governo, tanto che il 31 maggio il Consiglio dei ministri ha varato un disegno di legge ad hoc firmato dal ministro Adolfo Urso che racchiude numerose misure dedicate alla valorizzazione delle nostre produzioni. Un’attenzione più che mai necessaria e che abbiamo apprezzato, auspicando inauguri una nuova stagione di politica industriale al passo con i tempi, sia per difendere l’identità delle nostre imprese e il loro ecosistema territoriale di produzione, sia per valorizzarne l’eccellenza sui mercati internazionali. Tra gli interventi del disegno di legge spicca il via libera alla creazione del liceo del Made in Italy. Una novità che può finalmente combinare l’insegnamento della cultura umanistica e delle nozioni tecniche e contribuire a formare le competenze adatte alle sempre più evolute richieste di personale qualificato che provengono dalle nostre imprese. Potrebbe quindi essere l’inizio di una svolta per superare la dicotomia tra lavori di serie A e di serie B, figlia di una cultura educativa che separa il sapere dal saper fare e che ha provocato pessimi effetti proprio per il Made in Italy, se si considera che lo scorso anno le micro e piccole imprese hanno avuto difficoltà a trovare 1.400.000 lavoratori, pari al 42,7 per cento delle assunzioni previste. Per l’artigianato la quota sale al 50,2 per cento, pari a 264.000 lavoratori difficili da reperire. Contemporaneamente, 1.600.000 giovani under 35 non studiano, non lavorano e non cercano occupazione.
Ce n’è abbastanza per imporre un rapido cambiamento sul fronte delle politiche per formare le nuove generazioni e prepararle a entrare nel mondo del lavoro. E allora ben venga il liceo Made in Italy che dovrà essere parte di una strategia sistemica e coordinata delle politiche dell’istruzione e del lavoro sulle quali si gioca il futuro del paese. Confartigianato considera indispensabile una riforma del sistema di orientamento scolastico che rilanci gli istituti professionali e gli istituti tecnici, investa sulle competenze a cominciare dall’uso delle tecnologie digitali e punti sull’apprendistato duale e professionalizzante come fondamentale canale incentivato di ingresso nel mondo del lavoro. A questo proposito, le imprese artigiane sono una “palestra” d’eccellenza nella quale i giovani possano acquisire le conoscenze e le abilità necessarie a svolgere un lavoro gratificante, sempre più innovativo, al passo con le nuove sfide tecnologiche, e possono costruirsi un futuro scommettendo sulle loro passioni e inclinazioni.
L’innalzamento della qualità dell’offerta formativa di istruzione tecnica e professionale, anche attraverso uno stretto collegamento con i sistemi produttivi strategici dei territori, il potenziamento delle attività didattiche laboratoriali e gli strumenti di alternanza scuola-lavoro, come l’apprendistato duale, consentiranno di acquisire competenze maggiormente spendibili nel mercato del lavoro, in quanto si tratta di percorsi che formano la maggior parte delle figure richieste dalle imprese, collegate alle filiere produttive della manifattura e del Made in Italy. Infatti, l’Ufficio studi di Confartigianato evidenzia che, per il 63,2 per cento del personale, le imprese chiedono un titolo di studio secondario tecnico, qualifica o diploma professionale. Che sulla formazione di competenze ci giochiamo il futuro del Made in Italy in chiave green e digitale è dimostrato anche dal fatto che, negli ultimi anni, è aumentata la domanda di lavoratori attenti all’efficienza energetica, al riuso, riciclo e al contenimento degli sprechi. Nel 2022, infatti, per il 43 per cento delle assunzioni di lavoratori con diploma tecnico secondario superiore o qualifica e diploma professionale è richiesta una elevata attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. Inoltre, a fronte della crescente digitalizzazione dei processi produttivi, le imprese attribuiscono una elevata importanza alle competenze digitali nel 33,1 per cento delle assunzioni di lavoratori con istruzione tecnica e professionale.
Marco Granelli è presidente di Confartigianato.