Intesa con i lavoratori
Messina vuole condividere i profitti con i dipendenti e allarga il solco con l'Abi
L'ad di Intesa Sanpaolo favorevole anche all'aumento salariale nel nuovo contratto: "Con un utile netto di 7 miliardi di euro, non ho il coraggio di guardare in faccia le persone e dire che mi metto a negoziare 400 euro al mese"
Dopo la settimana corta, il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ritorna sul contratto dei bancari dicendosi più che favorevole a concedere l’aumento salariale e lanciando la proposta di partecipazione agli utili da parte dei dipendenti. Parole che rischiano di consolidare le distanze dall’Abi, l’associazione bancaria, già allargate a inizio anno quando Intesa ha deciso di sedersi al tavolo con i sindacati per il rinnovo del contratto in maniera autonoma. Parlando al congresso della Fabi che si è svolto ieri a Roma, in una giornata segnata dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, Messina ha detto di considerare “inaccettabile” non concedere aumenti consistenti ai lavoratori e ha aperto, quindi, alle richieste dei sindacati (435 euro mensili), ma soprattutto ha sorpreso la platea con l’idea di rendere possibile la partecipazione agli utili da parte dei lavoratori come ulteriore forma di retribuzione. “E’ un’ipotesi che vedrei con grande favore”, ha detto sparigliando così le carte del congresso anche se ha chiarito di avere chiesto una verifica interna sulla fattibilità. L’aspetto interessante è rappresentato dalle motivazioni che sono alla base della decisione di accettare di buon grado l’aumento salariale. In sintesi, il numero uno della più grande banca italiana ha detto che con tutti i profitti che fa Intesa non si mette a negoziare un aumento di 400 euro. Parole che, a prescindere da come evolverà la trattativa sul rinnovo del contratto, sono destinate ad avere un peso per tutta la categoria considerando che la redditività per gli istituti di credito è in forte crescita favorita dall’aumento dei tassi della Bce e a fronte di questo è diventato più caro il costo del denaro per famiglie e imprese. “Con un utile netto di 7 miliardi di euro, non ho il coraggio di guardare in faccia le persone e dire che mi metto a negoziare questo aspetto”, ha detto il banchiere. E’ scattato l’applauso, naturalmente, di fronte a una posizione destinata a lasciare il segno nel panorama bancario del paese e che apre a più di una riflessione.