Confartigianato guida le Pmi verso la sostenibilità
È sul fronte delle competenze green che le piccole aziende battono addirittura le altre dimensioni d’impresa. Nel 2022, infatti, per il 44,7 per cento del personale da assumere (quasi 1,5 milioni di persone), i piccoli imprenditori hanno richiesto un’elevata attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale
Le piccole imprese sono sempre più “verdi” e impegnate a ridurre l’impatto delle proprie attività. Lo dice un’analisi di Confartigianato, secondo la quale la difesa dell’ambiente sta a cuore al 66,3 per cento delle Pmi. In particolare, le azioni green coinvolgono 99 mila piccole imprese con 304 mila addetti della filiera delle energie rinnovabili e 486 mila piccole imprese delle costruzioni al lavoro per garantire risparmio ed efficienza energetici degli edifici. Sostenibilità è la parola d’ordine anche per i 144 mila piccoli imprenditori che operano nell’economia circolare e le 70 mila imprese artigiane dell’autoriparazione che offrono servizi sul mercato delle auto ibride ed elettriche. Ma è sul fronte delle competenze green che, secondo Confartigianato, le piccole aziende battono addirittura le altre dimensioni d’impresa. Nel 2022, infatti, per il 44,7 per cento del personale da assumere (pari a quasi 1,5 milioni di persone), i piccoli imprenditori hanno richiesto un’elevata attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. Per le medie e grandi imprese il fabbisogno di lavoratori con competenze green si è fermato al 36,5 per cento. Tra i settori con la maggiore domanda di manodopera con skill “verdi” spiccano le costruzioni, l’autoriparazione, i servizi di trasporto e logistica. A livello territoriale, sono le regioni del Mezzogiorno, in testa Puglia, Sicilia e Campania, quelle in cui le piccole imprese chiedono il numero più alto di lavoratori con una spiccata attitudine a processi di energy saving e con un ridotto impatto ambientale.
Per accompagnare le piccole imprese nella transizione ecologica, Confartigianato ha messo in campo una strategia e progetti coordinati sotto la sigla Confartigianato Imprese Sostenibili e che il 27 e 28 giugno culmineranno nel primo Forum sulla sostenibilità, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della rappresentanza in Italia della Commissione europea. Saranno due giorni di confronto con le istituzioni, con i vertici di Arera e Gse, con i big player dell’automotive e del credito e con le testimonianze degli imprenditori. I risultati di un sondaggio di Ipsos metteranno in evidenza il ruolo di Confartigianato nel guidare il percorso degli imprenditori verso la sostenibilità.
“Il Forum – spiega il residente di Confartigianato, Marco Granelli – tiene il filo teso con il seminario estivo di Symbola, in corso in questi giorni a Mantova e di cui siamo partner, sui temi della coesione, competitività territoriale e transizione ecologica. Faremo il punto sulle tre sostenibilità, economica, sociale, ambientale, che sono nel Dna dei nostri imprenditori. Sul fronte economico, la piccola impresa, l’artigiano, hanno tutte le carte in regola per soddisfare consumatori che cercano sempre di più prodotti e servizi di qualità, belli e ben fatti, durevoli, a basso impatto ambientale, unici e distintivi. Forti di questo spazio sul mercato, diventano anche un baluardo della sostenibilità sociale. Infatti, le nostre sono realtà produttive ben radicate nei territori di appartenenza dove intrattengono rapporti e relazioni di scambio cruciali per il benessere delle comunità locali. L’impresa a valore artigiano porta i suoi prodotti nel mondo con successo proprio perché è ben radicata nel suo territorio e ne esprime l’eccellenza. Lo stretto legame con la propria terra è l’aspetto che alimenta, di conseguenza, la sostenibilità ambientale di questo modello d’impresa, quel suo essere di prossimità che incentiva un rapporto virtuoso con l’ambiente circostante improntato alla cura e al rispetto del contesto in cui vive e produce. L’imprenditore e i suoi collaboratori vivono, infatti, dove lavorano e viceversa: non possono essere indifferenti alla salvaguardia dei luoghi in cui operano. Tutto questo è il “valore artigiano” espresso dalle piccole imprese che crea, trasforma, ripara, rigenera, include, unisce. E’ la risposta positiva e a questo tempo di grande incertezza, ai rischi di disgregazione, alla crisi delle filiere globali. E’ l’impegno degli artigiani e dei micro e piccoli imprenditori a costruire uno sviluppo sostenibile, a misura d’uomo”.
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