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Ecco la "Silicon Valley" della transizione energetica
L’ex Gazometro di Roma Ostiense diventa la casa di un polo tecnologico dedicato alle nuove filiere dell’energia. Da Eni ad Autostrade, le imprese collaborano per accelerare la ricerca e l'innovazione per ridurre le emissioni
Quando si parla di transizione energetica si deve tenere presente che questo percorso non può prescindere dalla capacità di inventare nuove soluzioni tecnologiche per produrre energia pulita e per ridurre (e poi azzerare) le emissioni. Insomma, questo percorso dipende dalla ricerca e dalla velocità con cui l’innovazione viene trasferita alle imprese. Così, la nascita di un polo tecnologico dedicato alle nuove filiere dell’energia in un’area come quella dell’ex Gazometro di Roma Ostiense rappresenta uno dei progetti più significativi che esprime il paese in questo ambito. Si chiama Road (Rome advanced district) ed è stato realizzato da Eni in partnership con Acea, Autostrade per l’Italia, Bridgestone, Cisco, gruppo Fs e NextChem (Maire) su un’area di oltre 12 ettari di proprietà del Cane a sei zampe. “Negli stessi spazi in cui nei primi del Novecento si forniva energia alla Roma industriale – spiega Mattia Voltaggio, program manager di Road – nasceranno progetti di innovazione tecnologica che aiuteranno le imprese a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 20230”.
Road, insomma, ambisce a diventare una piccola Silicon Valley della transizione energetica, con il valore aggiunto di avere alle spalle una storia di vocazione industriale che aveva reso l’area già motore di una nuova modernità. Fu il sindaco italo-inglese Ernesto Nathan, all’inizio del ventesimo secolo, a volere la nascita del più grande gazometro d’Europa che servì ad alimentare le funzioni industriali e tecnologiche che si insediarono nel quartiere Ostiense di Roma. Il colosso di ferro, a cui ne furono affiancati altri tre più piccoli, divenne così uno dei centri propulsori dello sviluppo economico dell’Italia del dopoguerra (l’Eni è diventato proprietario dell’area nel 2017 con l’acquisizione dell’asset da Italgas). “E oggi da simbolo di archeologia industriale l’area del Gazometro – prosegue Voltaggio - si trasforma in un luogo di ricerca collaborativa tra imprese di settori diversi ma che in comune hanno l’obiettivo della transizione energetica e sono disponibili a condividere, in alcuni ambiti, nuove soluzioni per far evolvere il proprio modello di business senza rinunciare alla vocazione industriale”. Road ha anche le caratteristiche di un vero incubatore di imprese avendo accolto un orientamento che nell’area c’era già, vale a dire quello di far nascere e crescere start up, e non è un caso che sia nata una collaborazione con l’Università di Roma tre. Nell’area del Gazometro, oltre alla scuola d’impresa Joule, hanno sede i nuovi laboratori di ricerca dell’Eni e l’acceleratore Zero, nodo della rete nazionale di Cdp dedicato alle migliori start up clean tech. “Road promuove lo sviluppo di nuove filiere dell’energia di cui il riciclo e il riuso di materie prime e la messa punto di nuove tecnologie per il monitoraggio delle infrastrutture sono solo alcuni esempi – sottolinea Voltaggio - Le principali aree di intervento, inoltre, spazieranno dalle tecnologie per la decarbonizzazione all’economia circolare, dalla mobilità sostenibile alle smart cities, passando per la promozione di salute e sicurezza. E’ nata anche una proposta per sviluppare il quartiere energetico del futuro, sulla quale è in corso un tavolo di confronto con tutti gli attori pubblici e privati coinvolti”.
Il primo strumento di lavoro condiviso, infatti, sarà lo sviluppo di un ambiente di metaverso, un gemello digitale attraverso il quale sperimentare, disegnare e condividere le migliori soluzioni a supporto della comunità urbana. Ma in che modo Road favorirà la collaborazione tra imprese, istituzioni e ricerca? “Oltre a collaborare attivamente alla ricerca – spiega Voltaggio - Road lavorerà per definire programmi di formazione per adeguare e arricchire le competenze all’interno delle aziende partner, per incentivare i processi di co-innovazione, testare soluzioni di mobilità integrata e costituire un osservatorio congiunto su dati e trend relativi alle principali trasformazioni del mercato del lavoro rispetto alle nuove filiere”. Sono state, infatti, già avviate da Eni borse di dottorato con l’Università La Sapienza per mappare i principali distretti di innovazione internazionali cui potrà legarsi l’attività di Road. In questo percorso, digitale e intelligenza artificiale avranno un ruolo fondamentale e trasversale, ma, come dice Voltaggio, rappresentano uno strumento per costruire una nuova era industriale che vedrà nascere nuovi mestieri e, si spera, ridurre l’attuale mismatch di competenze tra domanda e offerta.