la lettera
La metro Linate-San Babila è merito della legge Obiettivo del governo Berlusconi
La legge proposta nel 2001 dall'allora ministro Minardi rimane e rimarrà unico riferimento pianificatorio concreto. In questa cornice nasce l'infrastruttura che collega in 12 minuti il centro di Milano con l'aeroporto: poteva essere completata prima se i governi successivi avessero fatto scelte diverse
Al direttore - Le lunghe code all’aeroporto di Linate, le lunghe code di gente in attesa di un taxi, il sistematico sciopero sempre di taxi o dei mezzi pubblici, insomma un aeroporto nazionale ed internazionale che non era collegato in modo funzionale con una grande area metropolitana del paese come Milano; cioè non era collegato attraverso un servizio pubblico efficiente ed efficace con il centro della città. Ebbene, dal 4 luglio con l’apertura del collegamento Linate – San Babila questa cattiva immagine di una metropoli europea come Milano è scomparsa.
Eppure Linate ha un flusso che nel 2022 aveva superato 8 milioni di passeggeri ma senza la legge Obiettivo questo dato sarebbe rimasto solo un preoccupante indicatore di un disservizio che una delle città più avanzate del paese possedeva fino alla data del 21 dicembre del 2001. Sì perché quel giorno il governo, presieduto da Silvio Berlusconi, approvò un disegno di legge proposto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Pietro Lunardi al cui interno era indicata come opera strategica la linea metropolitana M4 e quel disegno di legge, tra l’altro primo disegno di Legge che in modo organico contemplava le opere essenziali da realizzare nel paese, ha praticamente rivoluzionato la offerta infrastrutturale del paese e ha regalato alla città di Milano una misurabile essenzialità, quella di:
- Evitare l’uso dell’auto privata nel collegamento tra Linate e il centro con contestuale produzione di CO2
- Evitare la perdita secca di una soglia variabile tra 40 e 50 primi nelle attività lavorative a causa dell’attesa dei taxi o dei collegamenti pubblici tradizionali
- Regalare alla città un segmento metropolitano che attraverso il collegamento alla stazione Forlanini rende più organico e completo l’intero impianto metropolitano
Perché ho voluto ancora una volta ricordare questo evento? Perché la memoria storica di questo paese è corta e dimentica che questa opera sarebbe stata completata prima se i governi che si sono succeduti dal 2015 in poi non avessero invocato lo strumento del project review o non avessero ritardato volutamente i trasferimenti finanziari di competenza dell’organo centrale.
Ma oggi che la M4 è funzionante forse sarebbe bene dire che non aver potuto disporre di questa opera almeno dieci anni prima, e non averlo potuto fare a causa di masturbazioni mentali di chi era al governo, ha prodotto un danno che, come dicevo prima, in termini di CO2 e di mancata attività lavorativa, raggiunge soglie economiche rilevantissime.
Ora vorrei però ricordare al sindaco Sala, a cui sono legato da una vecchia amicizia, che con la Linea M4 e con la Linea M5 la legge Obiettivo ha reso possibile reinventare davvero la città; mentre agli schieramenti politici che forse hanno vergogna di ammetterlo, mi riferisco in modo particolare al Movimento 5 stelle, che questi due assi da loro osteggiati consentono a Milano di essere quella città europea che tutti ci invidiano e questo merito, ampiamente riconosciuto, è da attribuire a una intuizione strategica come il Programma delle Infrastrutture Strategiche inserito proprio nella legge Obiettivo.
Lo so dà fastidio che questa legge non fosse stata condivisa e apprezzata neppure dal Partito Democratico ma questo fa parte del confronto democratico, quello che però è importante è riconoscere nel tempo, e ormai sono passati più di 20 anni, che l’apertura della M4 rappresenta la realizzazione di una tessera chiave di quel mosaico strategico che è stato la legge Obiettivo, un mosaico che rimane e penso rimarrà nel tempo unico riferimento pianificatorio concreto.
Forse sarebbe utile che l’attuale governo, impegnato direttamente nella improcrastinabile esigenza del “fare”, nella esigenza cioè di trasformare in opere compiute elaborati progettuali, riscoprisse la rilevanza e la incisività della legge Obiettivo e utilizzasse uno strumento chiave che ha reso possibile sia l’avanzamento delle opere che il superamento delle criticità: mi riferisco allo strumento della Intesa Generale Quadro tra lo stato e le singole regioni.
Grazie a tale strumento, cioè alla intesa tra il governo e la regione Lombardia siglato nel 2003, è stato possibile continuare i lavori sia della M5 che della M4 anche in assenza di coperture finanziarie, assenze di coperture legate a incomprensibili ripensamenti dei responsabili di turno del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Lo so forse sono eccessivamente ripetitivo ma ricordare un passato positivo forse fa bene a tutti.