i dati istat
L'inflazione frena, ma i prezzi di frutta e verdura aumentano
I dati preliminari dell'Istat indicano che ad agosto c'è stato un altro rallentamento dell'aumento dei prezzi: + 5,5 per cento su base annua, lo 0,4 per cento in meno rispetto al mese precedente
Segnali discreti dall'inflazione. I dati preliminari dell'Istat indicano un piccolo rallentamento dell'aumento dei prezzi ad agosto: l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4 per cento su base mensile e del 5,5 per cento su base annua, lo 0,4 per cento in meno rispetto al mese precedente (era al 5,9 per cento).
Se però i beni alimentari e quelli per la cura della casa e della persona, in termini tendenziali, passano dal più 10,2 per cento a più 9,6, i prodotti ad alta frequenza d'acquisto costeranno di più: si passa dal più 5,5 per cento al più 7.
Coldiretti segnala invece un aumento del prezzo della frutta del 9,4 per cento e del 20,2 della verdura, causato “dall'aumento esponenziale dei costi di produzione in campagna e l'andamento climatico anomalo che ha decimato i raccolti, con tagli della produzione per caldo, siccità e maltempo che quest'anno vanno dal 30 per cento per pesche e nettarine al 63 per le pere”.
“Prosegue ad agosto, secondo le stime preliminari, la fase di rallentamento dell'inflazione scesa a più 5,5 per cento e della sua componente di fondo (più 4,8) – spiega l’Istat in una nota – La decelerazione su base annua dei prezzi al consumo, ancora fortemente influenzata dalla dinamica dei beni energetici, riflette anche l’evoluzione favorevole dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita in ragione d'anno rimane, tuttavia, su valori relativamente alti (più 9,8 per cento). Resta, infine, elevato, sebbene in decelerazione, il ritmo di crescita dei prezzi del 'carrello della spesa', che ad agosto si attesta a più 9,6 per cento”.
Nell'Eurozona "l'inflazione complessiva è scesa", ha dichiarato in mattinata Isabel Schnabel, membro del board della banca centrale europea in una conferenza stampa organizzata dalla Fed. Il problema secondo Schnabel è che "le pressioni di fondo sui prezzi rimangono ostinatamente elevate, con i fattori interni che ora rappresentano i principali motori dell'inflazione nell'area euro. Pertanto, una politica monetaria sufficientemente restrittiva è fondamentale per riportare l'inflazione al nostro obiettivo del 2 per cento in modo tempestivo".