occupazione in calo
I dati dimostrano una frenata del lavoro in Italia
L’economista Riccardo Trezzi spiega che il calo degli occupati è dovuto interamente alla riduzione di assunti a tempo determinato, mentre resta invariato il numero degli autonomi e dei dipendenti a tempo indeterminato
A luglio in Italia sono stati persi circa 73 mila posti di lavoro (occupazione a - 0,3 per cento rispetto al mese precedente secondo l’Istat). Che cosa sta succedendo dopo sette mesi consecutivi di crescita? E’ possibile che il mercato del lavoro stia cominciando a reagire all’indebolimento del ciclo economico, ma proprio questo dato sfata alcuni luoghi comuni sul Reddito di cittadinanza e preoccupazioni eccessive per la recessione. Lo sostiene l’economista Riccardo Trezzi in un’analisi che per certi versi va contro-corrente. Innanzitutto, sostiene Trezzi, c’è un problema di destagionalizzazione, tant’è che lo stesso calo di occupati si è verificato anche ad agosto 2022, e di aggiustamenti statistici che riguardano i mesi precedenti a quello di luglio. Ma a parte l’elemento tecnico, il livello di occupati nonostante il leggero calo resta su livelli storicamente elevati per l’Italia: 23,5 milioni. Ma soprattutto, sostiene Trezzi, il calo degli occupati è dovuto interamente alla riduzione di lavoratori a tempo determinato, mentre resta invariato il numero degli autonomi e dei dipendenti a tempo indeterminato (addirittura questi ultimi crescono nel trimestre precedente a luglio) e anche il tasso degli inattivi è stabile.
Per Trezzi l’evidenza smentisce la narrazione dominante secondo cui l’abolizione del Rdc avrebbe già generato un boom di stagionali: non solo niente boom, ma il saldo di lavoratori a tempo determinato è addirittura negativo. Un altro dato interessante è l’aumento delle persone in cerca di lavoro, in crescita di 36 mila unità, che ha fatto salire marginalmente il tasso di disoccupazione che resta comunque su valori storicamente bassi (7,6 per cento). A questo va aggiunto che le imprese continuano a lamentare scarsità di manodopera. Complessivamente, sostiene l’esperto, il mercato del lavoro rimane su livelli molto elevati e decisamente sopra il potenziale del paese, per cui è anche fisiologico anche per effetto della stretta monetaria che si verifichi una contrazione occupazionale che non necessariamente fa presagire una recessione imminente.