la cabina di regia
Il governo rincorre i target del Pnrr e vuole modificare la quinta rata. Anche Meloni al tavolo
Fitto riunisce alcuni ministri e i rappresentanti degli enti locali per fare il punto sul Piano di ripresa e resilienza. Sorvegliati speciali, Matteo Salvini e i 25 miliardi affidati al suo ministero
Aggiornarsi sull’imminente pagamento della terza rata del Pnrr, ultimare i lavori per la quarta e impostare quelli per la quinta: questi gli argomenti al centro della cabina di regia convocata dal governo nel tardo pomeriggio di oggi, subito dopo il Consiglio dei ministri. Oltre a numerosi esponenti della maggioranza – fra cui la premier Giorgia Meloni –, al vertice guidato dal ministro degli Affari europei Raffele Fitto parteciperanno i rappresentanti dei comuni, delle province e delle regioni, mentre domani sarà il turno delle parti sociali. Due incontri che verteranno attorno al nuovo programma del Recovery Plan, riscritto nei tempi e negli obiettivi dall’esecutivo italiano, le cui modifiche sono state approvate dal Consiglio europeo la settimana scorsa. Si partirà però, come detto, dalla terza rata da 18,5 miliardi di euro già approvata dall’Unione europea, il cui incasso è ormai questione di giorni: una boccata d’ossigeno per i conti pubblici in vista della legge di bilancio.
Più complicato, invece, il percorso della quarta rata, per la quale il governo ha già fatto richiesta di pagamento. Se Bruxelles ha infatti dato il via libera alle modifiche presentate dall’Italia, è probabile che il processo di verifica richieda tempi più lunghi. La quarta tranche contiene ventuno “milestone” per sette target diversi che spaziano dall’inclusione sociale alla giustizia, passando per gli appalti pubblici e per il pubblico impiego. A preoccupare Palazzo Chigi è soprattutto il precedente della terza rata, passata al setaccio per oltre sei mesi da Bruxelles e arenatasi per settimane sull’accertamento della costruzione di 60 mila nuovi alloggi universitari. Un obiettivo poi spostato dal governo nella rata successiva e che per questo torna ora sotto la lente europea: la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha avviato l’iter per la rendicontazione, cercando così di accelerare nelle tempistiche. Ma verosimilmente i 16,5 miliardi della quarta rata non arriveranno prima della fine dell’anno.
Il fattore tempo non è tuttavia l’unico a pesare sul futuro del Pnrr italiano. Le prossime cabine di regia saranno anche e soprattutto l’occasione per far riemergere i nodi politici attorno al Recovery Plan. A partire dalle richieste degli enti locali, in particolare dei comuni, i quali hanno visto cancellare o definanziare alcuni dei progetti loro destinati. Ed è qui che entra in gioco la quinta rata del piano europeo, come un nuovo possibile terreno di divisioni: se essa presentava inizialmente 69 obiettivi da conseguire entro dicembre, oggi verrà chiarito quanti e quali di questi obiettivi sono stati rimossi dalla disponibilità dei fondi europei. Con i comuni che chiedono garanzie e Fitto che dovrà fornire rassicurazioni.
Ma c’è anche un altro fronte politico tutto interno alla maggioranza. Al vertice di oggi sarà presente anche il leader della Lega Matteo Salvini, come titolare del ministero delle Infrastrutture al quale sono assegnati circa 25 miliardi di euro. Questa volta è Fitto a chiedere garanzie: i progetti del Pnrr vanno infatti completati entro il 2026, mentre alcune opere che fanno capo a Salvini superano l'orizzonte indicato dall’Ue. Per questo il ministro degli Affari europei chiede una revisione, trovando però le resistenze del leader del Carroccio. La trattativa fra i due continuerà questo pomeriggio.