Le audizioni sulla Nadef
"Anticipare la discesa del debito". Il monito della Banca d'Italia al governo
Le commissioni Bilancio ascoltano Istat, Banca d'Italia e Corte dei conti sulla Nadef. Palazzo Koch definisce "plausibile" il quadro descritto dalla nota, ma avverte sui rischi e invita a "ridurre prima il debito" per avere margini di manovra "in caso di shock avversi"
Avere estrema prudenza. E’ in sintesi questo il monito della Banca d’Italia al governo in vista della manovra. A commentare la Nadef per palazzo Koch questo pomeriggio al Senato, dove erano riunite le commissioni bilancio delle due Camere, c’era il capo del dipartimento economi e statistica della banca d’Italia Sergio Nicoletti Altimari. “E' importante un'estrema prudenza nelle politiche di bilancio", ha spiegato ai parlamentari che lo ascoltavano. “Scelte percepite come non pienamente in linea con l'obiettivo della sostenibilità dei conti pubblici potrebbero inasprire le condizioni di finanziamento, già restrittive, acuendo le incertezze sugli sviluppi macroeconomici".
Il quadro tracciato dalla nota di aggiornamento al Def del governo è considerata “plausibile, anche se leggermente ottimistica, in particolare alla luce dei più recenti sviluppi interni e internazionali” poiché “i rischi che gravano sulle attività economiche sono elevati e orientati al ribasso”. Il vestito calza, ma basta un chiletto in più per romperlo. Per questo la Banca d’Italia suggerisce al governo di "anticipare la discesa del profilo del debito già al triennio 2024-26”, farlo, ha spiegato Nicoletti Altimari “conterrebbe di ridurre il rischio di dover ricorrere in futuro a forti aggiustamenti dei conti nell’eventualità di shock avversi, in un contesto reso complesso dalla crisi energetico e da un quadro internazionale su cui pesano le tensioni geopolitiche, con rischi al ribasso per lo sviluppo globale". Insomma, lascerebbe al governo margini di manovra in caso di crisi. D’altronde spiegava palazzo Koch: “Nel medio periodo le analisi di scenario incluse nella Nadef mostrano come, senza una sensibile correzione dei conti e una maggiore capacità di crescita dell’economia, il rapporto tra il debito e il Pil assumerà una traiettoria crescente a partire dal 2027".
Il suggerimento di una riduzione più rapida del debito era arrivato anche dall’audizione del presidente della Corte dei conti Guido Carlino che pure ha definito “equilibrata” la Nadef. “Stabilizzare la dinamica del debito, governandone una più sicura riduzione – ha detto il magistrato contabile – rappresenterebbe un segnale ai partner europei e ai mercati che potrebbe rivelarsi particolarmente produttivo in termini di credibilità”
La Corte dei conti ha anche sottolineato un secondo aspetto delicato, quello della spesa sanitaria. Se le opposizioni, Pd e Azione in testa, chiedono 4 miliardi in più per la sanità, minacciando di non votare lo scostamento di bilancio, Carlinio ha sottolienato come il fabbisogno per il funzionamento del comparto “richiederà scelte non facili in termini di allocazione delle risorse tra i diversi obiettivi" perché "se i limitati margini di manovra" impongono un esame attento della spesa, "la necessità di rispondere ad esigenze urgenti rende il percorso particolarmente problematico".
L’altro suggerimento legato alla manovra arrivato dalla Banca d’Italia riguarda invece le coperture, in particolare per l’eventuale conferma del taglio al cuneo fiscale. "Nell’impostare la prossima legge di Bilancio è importante che a oneri di natura permanente facciano riscontro coperture certe, di entità adeguata, e anch’esse di natura permanente", ha spiegato la banca d’Italia. L’altro monito riguarda il Pnrr, fonte fondamentale per la crescita del nostro paese. “È importante – ha spiegato Nicoletti Altimari – che la razionalizzazione degli interventi e la riallocazione delle risorse, come nel caso di RePowerEU, avvengano salvaguardando gli obiettivi complessivi ed evitando di accumulare ritardi".
Un punto sottolineato sia da palazzo Koch sia dalla Corte dei conti riguarda le privatizzazioni previste dalla Nadef. Un piano ambizioso tanto da valere un punto percentuale di Pil, ma del quale non si conoscono i contorni. Citando la Banca d'Italia: "E' un piano in discontinuità con quanto avvenuto negli ultimi anni, lo sforzo dovrebbe essere notevole, ma non abbiamo elementi per valutare il piano del governo. Sicuramente è un salto notevole rispetto a quanto fatto negli ultimi dieci anni".
Prima di Banca d'Italia e Corte dei conti erano stati ascoltati dalle commissioni Bilancio l'Istat e il Cnel. "Gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono per i prossimi mesi il permanere della fase di debolezza dell'economia italiana. Al netto dell'andamento dei fattori esogeni internazionali, elementi di freno alla crescita sono legati anche a condizioni di accesso al credito più rigide per famiglie e imprese e al lento recupero del potere d'acquisto delle famiglie", ha spiegato l'istituto di statistica. "Lo stimolo agli investimenti fornito dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza - ha proseguito – dovrebbe manifestarsi più compiutamente a partire dal 2024; la realizzazione di investimenti pubblici e riforme previste dal Pnrr sarà oltremodo rilevante per il raggiungimento degli obiettivi di crescita previsti dal governo".
E la centralità del Pnrr per il futuro della crescita italiana è stato sottolineato anche dal presidente del Cnel Renato Brunetta, anche lui ascoltato sulla Nadef dalle commissioni Bilancio: "La politica – ha detto l’ex ministro – non ha margine per manovre fiscali espansive di spesa corrente. Scordiamocelo. Abbiamo solo il Pnrr: è l'unico punto fisso e risolutore, almeno nel breve periodo, che abbiamo a disposizione, può permetterci di recuperare tutta la crescita possibile, necessaria alla stabilizzazione di saldi di finanza pubblica" ha spiegato Brunetta. "Se non stabilizziamo i saldi di finanza pubblica i mercati sono pronti a punirci".
L’istituto nazionale di statistica ha anche sottolineato un preoccupante dato demografico: “Non sembra arrestarsi il calo ormai strutturale delle nascite (213mila unità, -2,6% rispetto agli stessi mesi del 2022; -10,2% sul 2019)”, ha spiegato il presidente facente funzioni, Francesco Maria Chelli. L’effetto rischia di essere quello di un progressivo spopolamento, ma con effetti assimetrici tra nord e mezzogiorno. "Il Nord – ha infatti spiegato il presidente dell’istituto di statistica – potrebbe ridursi di appena 276mila unità entro il 2050 (da 27,4 a 27,1 milioni), mentre la popolazione del Mezzogiorno potrebbe perdere 3,6 milioni entro il 2050 (da 19,9 a 16,3 milioni)”.
Un altro dato interessante fornito da Istat alle commissioni bilancio riguarda i salari: “La straordinaria crescita dei prezzi nel 2022 – ha spiegato Chielli – ha fatto però sì che le retribuzioni contrattuali in termini reali siano tornate al di sotto dei livelli del 2009, anche per il comparto industriale che, rispetto agli altri settori, continua a presentare una buona tempestività nei rinnovi". Proprio i mancati rinnovi dei contratti collettivi rappresenta l’altro punto critico. Come spiegato da Chielli: “La quota dei dipendenti con il contratto scaduto è passata dal 58 per cento di gennaio al 54 per cento di agosto". Si salva solo l’industria dove i dipendenti senza contratto rinnovato sono solo il 3,4 per cento. Senza rinnovo al cento per cento i dipendenti pubblici, male anche i servizi privati con il 73,6 per cento dei dipendenti ha un rapporto di lavoro stabilito da un contratto scaduto.
Il presidente del Cnel Brunetta ha invece ammonito sui rischi per i conti pubblici dovuti a quanto sta accadendo in Israele. "Questa Nadef è seria e responsabile, prendeva atto del rallentamento dell'inflazione, del superbonus e dava un percorso di stabilizzazione che veniva comunque considerato un costo, economico e politico, alla luce di quello che sta accadendo quella serietà e stabilizzazione rimane, ma non sappiamo ancora se sia sufficiente. I policy maker nei prossimi giorni dovranno tener conto di quello che potrebbe succedere, prepariamoci ad un sovrappiù di responsabilità rispetto a quello che potrebbe succedere nei prossimi giorni".