caro voli
I fattori che hanno fatto decollare i prezzi dei voli in Europa
L’inflazione ha avuto un impatto anche sul settore aereo, ma ci sono altre cause alla base dell'aumento dei costi dei biglietti. In primo luogo, la tensione tra domanda e offerta, con una domanda che ha superato i record del 2019 e un’offerta che è rimasta a livelli inferiori rispetto al pre Covid.
L’aumento dei prezzi dei biglietti aerei arriva anche a Bruxelles. Dopo le misure interventiste del governo italiano sul settore aereo, il problema del caro voli è stato sollevato anche dal Commissario ai trasporti Adina Valean. Rispetto al 2019, i prezzi dei biglietti hanno subìto un incremento del 20-30 per cento e le compagnie aeree durante il trimestre estivo hanno evidenziato una profittabilità molto elevata. Se da un certo punto di vista è comprensibile che la politica sia sensibile a questi incrementi, è interessante sottolineare che la Commissione europea ha ricordato che non può agire direttamente sui prezzi, come invece inizialmente si proponeva il governo italiano con un “tetto”.
Il vero tema è, dunque, come cercare di avere la maggiore concorrenza possibile per avere prezzi più bassi, così come i consumatori europei sono stati abituati nel settore aereo. Al tempo stesso, la Commissione ha detto di voler comprendere da cosa dipenda questo aumento. Se è abbastanza evidente che l’inflazione ha avuto un impatto anche sul settore aereo, ci sono altri fattori globali che hanno avuto un’influenza sul settore. In primo luogo, la tensione tra domanda e offerta, con una domanda che ha superato i record del 2019 e un’offerta che è rimasta a livelli inferiori rispetto al pre Covid.
L’offerta è cresciuta rispetto al 2019 per diverse compagnie low cost, mentre le compagnie tradizionali hanno valori di recupero più lenti (anche per via di una domanda differente). Queste difficoltà lato offerta dipendono anche dal fatto che i produttori di aerei hanno ritardi nelle consegne.
Vi è poi il costo del carburante, che rimane elevato e che le compagnie aeree hanno pagato a caro prezzo anche per via delle politiche di hedging che normalmente adottano. Essendo il carburante una delle principali voci di costo, è chiaro che influisca molto sul prezzo finale del biglietto.
Le tariffe aeroportuali sono cresciute a un tasso inferiore rispetto all’inflazione, pertanto gli aeroporti sono stati un elemento di “raffreddamento”. A livello italiano, la legge di Bilancio offre la possibilità ai comuni dissestati di incrementare la tassazione per il settore aereo, in particolare la cosiddetta “coucil tax” o l’addizionale comunale per l’imbarco dei passeggeri, una tassa che vale fino al 18 per cento del prezzo medio del biglietto.
C’è infine un altro elemento da sottolineare a livello europeo: le normative ambientali sempre più stringenti, come l’introduzione di livelli minimi di utilizzo di carburanti sostenibili (Saf) hanno un impatto sui costi dei vettori.
In conclusione, se nel medio periodo alcuni elementi che hanno portato all’aumento del prezzo medio del biglietto (meno tensione su produzione degli aerei o sul carburante) potrebbero venire meno, altri elementi, come una maggiore tassazione sul settore aereo, rischiano di continuare mantenere una pressione al rialzo sui prezzi. I primi sono fattori strutturali su cui la politica può fare ben poco, mentre i secondi sono fattori che dipendono dal legislatore. Sarebbe bene che la politica se ne rendesse conto.