la sentenza
Il Tar annulla il decreto sull'obbligo di esporre i prezzi dei carburanti
Per il tribunale amministrativo del Lazio il provvedimento di Urso è illegittimo per un vizio riscontrato nell'iter di approvazione. Il Mimit ha annuciato che farà ricorso
Il Tar del Lazio ha annullato il decreto del ministero delle Imprese e del Made in Italy del 31 marzo scorso, relativo alle "modalità dell'obbligo di comunicazione dei prezzi praticati dagli esercenti l'attività di vendita al pubblico di carburante". I giudici amministrativi hanno accolto i ricorsi presentati dalle associazioni dei benzinai Fegica e Figisc, che contro l'esposizione del cartello con il prezzo medio regionale avevano promesso battaglia.
Secondo il giudice amministrativo il decreto è illegittimo e dunque viene annullato. La sentenza si basa su un vizio riscontrato nell'iter di approvazione del provvedimento e non entra nel merito delle disposizioni che erano state introdotte da un decreto approvato dal Consiglio dei ministri a gennaio.
Contro la decisione dei giudici, il ministero guidato da Adolfo Urso ha annunciato che farà appello al Consiglio di stato chiedendo la sospensione del provvedimento. Secondo il ministero, "la decisione del Tar si limita ad affrontare questioni procedurali e non pone in dubbio la sussistenza dell'obbligo previsto dalla legge in ordine all'esposizione del cartello", che secondo quanto sostiene il ministero avrebbe "dimostrato la sua efficacia" nel contenere i prezzi alla pompa di diesel e benzina.