Verso la quinta rata
Si riaccende la polemica tra Fitto e la Corte dei Conti: i dati sul Pnrr sono parziali
Il ministro per Affari europei smonta la relazione semestrale sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilenza pubblicata dai magistrati contabili: "Una comunicazione errata che non serve al paese"
"Leggo nella relazione che la Corte dei conti ha compiuto l’istruttoria interpellando alcuni ministeri e sinceramente non comprendo le ragioni del mancato confronto con la struttura di missione Pnrr della presidenza del Consiglio dei ministri che ha il coordinamento generale e strategico della realizzazione del Piano”. Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto risponde così alla relazione semestrale della Corte sullo stato di attuazione del piano italiano, pubblicata giovedì. Per Fitto l'interlocuzione con la magistratura contabile sarebbe stata auspicabile "per evitare una comunicazione errata che non serve al nostro paese", come ha spiegato in una nota diffusa dopo la pubblicazione dell'analisi della Corte.
Tra le principali criticità rilevate, i magistrati contabili hanno evidenziato i ritardi nel procedimento di revisione e l'elevato numero di obiettivi da completare per ottenere la quinta rata. “È evidente che gli obiettivi della quinta rata, che tra l’altro sono oggetto di modifiche che stiamo definendo in questi giorni saranno valutati dalla Commissione solo dopo la presentazione della richiesta di pagamento e pertanto allo stato semplicemente non esiste alcun ritardo”, ha specificato il ministro.
Fitto ha difeso il lavoro fatto finora, ricordando che "l'Italia è l’unico stato membro che ha presentato la quarta richiesta di pagamento”.
In risposta all'obiezione sui ritardi dell'Italia aggiunge: “Il nostro paese ha raggiunto tutti i 28 obiettivi previsti, diversamente non avrebbe potuto presentare la richiesta di pagamento della quarta rata".
Riguardo al segnale di preoccupazione lanciato dalla Corte per i 10 obiettivi raggiunti sui 69 previsti per la quinta rata in scadenza a dicembre, Fitto ha precisato che "le uniche milestone e target considerate al fine della positiva valutazione della Commissione e della erogazione delle singole rate sono quelle europee (tutte raggiunte)”, smentendo così l'analisi della magistratura contabile che aveva rilevato, inoltre, come delle misure ancora da completare dieci fossero caratterizzate da "un alto grado di difficoltà".
Tornando sull'analisi della Corte e sui dati utilizzati dai magistrati contabili nella rilevazione del basso tasso di spesa dei fondi, Fitto critica il metodo: "Si concentra solo su 31,1 miliardi e non sui 220 miliardi complessivi del Pnrr e del piano nazionale di coesione. Come è possibile valutare lo stato di attuazione dell’intero Piano con dati assolutamente parziali e poco rappresentativi e peraltro relativi al 30 giugno 2023?”, rilancia il ministro.
Sul deficit di personale specializzato e sulla necessità individuata dalla Corte di oltre 65 mila figure professionli fra tecnici e ingegneri per la pubblica amministrazione il ministro ha voluto precisare che "il Pnrr non può finanziare spesa corrente, ad eccezione di alcune specifiche misure che consentano l’assunzione di personale a tempo determinato per il comparto della giustizia”. Le assunzioni, come ha spiegato, richiederebbero “lo stanziamento di risorse ordinarie nel bilancio dello Stato, che incidono sui saldi di finanza pubblica e pertanto potranno essere attivate solo in misura coerente con le relative disponibilità, come la Corte ci ricorda in più occasioni”.