La corsa per il vertice di Viale dell'Astronomia
Emanuele Orsini, il supermanager che guarda al vertice di Confindustria
Amministratore delegato di due imprese, ne controlla quindici, dopo un percorso che va dal legno alle costruzioni ai salumifici
Vicepresidente di Confindustria con delega al Credito, Finanza e Fisco dal 2020, anno di pandemia e crisi. Figlio di un imprenditore, "federatore" di aziende diverse. In corsa per la successione a Carlo Bonomi
Andare piano, andare lontano, osservare nel frattempo il paesaggio. Sta forse nell’attitudine riflessiva dell’harleysta – che viaggia, ma non alle velocità stordenti a cui si viaggia sulle moto giapponesi – il segreto del successo di Emanuele Orsini, nato a Sassuolo nel 1973 e un tempo harleysta per diletto (senza giubbotto e borchie), ma oggi amministratore delegato di Sistem Costruzioni e di Tino Prosciutti Spa, presidente di Maranello Residence e vicepresidente di Confindustria nazionale con delega al Credito, alla Finanza e al Fisco fin dal 2020, anno duro di pandemia in cui si è dovuto decidere quali misure di emergenza adottare per una risposta finanziaria e fiscale alle aziende in crisi. “Grazie alle misure messe in campo in quel periodo le imprese hanno potuto usufruire di 300 miliardi di finanziamenti con 2,8 milioni di operazioni e 140 miliardi di moratorie”, sono i dati che Orsini tiene a mente e ricorda nel percorso di avvicinamento al vertice di Confindustria, come possibile successore del presidente uscente Carlo Bonomi. Un nome, quello di Orsini, conosciuto nella sua Emilia-Romagna e non solo come quello di un uomo che ha doti solide da manager, innestate su un profilo non puramente imprenditoriale ma anche gestionale, pur con albero genealogico legato a un’impresa storica: il padre Carlo ha partecipato alla fondazione di Ceramiche Sinter, poi Ceramiche Ragno. Ed è con il padre che Orsini entra in contatto con il mondo in cui poi si muoverà in autonomia, quando Carlo decide di scommettere sul legno, materia di cui saranno fatti i sogni di Emanuele – che dopo il liceo scientifico e un esame dato a Giurisprudenza, circostanza che non genererà in lui alcun complesso di non essersi poi laureato, decide di entrare nell’azienda di famiglia, la suddetta Sistem Costruzioni, in seguito realtà produttiva leader nel settore dell’edilizia e della logistica industriale, con partner come Ferrari Auto, Maserati e Lamborghini (oggi Sistem Costruzioni controlla la società Maranello Village, primo complesso residenziale dedicato al Cavallino Rampante, con bar, ristoranti, palestra e zone polifunzionali per venticinquemila metri quadrati).
Agli albori, cioè nel 1978, la Sistem Costruzioni si specializza nella realizzazione di strutture in legno: scuole, fabbriche, ponti, palestre, stadi, abitazioni civili. Lì Orsini fa qualsiasi cosa, dal fattorino al magazziniere all’impiegato nell’ufficio acquisti. E cerca di conoscere dal basso, partendo dal cantiere. Cresce al punto da arrivare vicino alla collisione al vertice con suo padre, per poi diventare amministratore delegato nel 2014, con l’idea di trasformare l’azienda da carpenteria a industria che produce sistemi su misura, e di espandersi, con i soci, anche all’estero, fino al Centro America. Il passo non è stato breve, nel senso del percorso a tappe: Orsini oggi è amministratore delegato di un intero gruppo. La Sistem Costruzioni, infatti, controlla altre 15 società, con diversificazione di obiettivi: è stata per esempio in prima linea nei progetti di ricostruzione di vari edifici nel post terremoto in Abruzzo, Emilia-Romagna e Marche, ma anche nella realizzazione di infrastrutture e padiglioni per Expo 2015, come il Cardo e il Decumano, per un totale di 27 mila metri quadrati in tre mesi. Ma è dal 2020, dopo la morte del suocero Lanfranco Fiandri, che Orsini diventa anche presidente e ad di Tino Prosciutti, azienda parmense fondata da Fiandri con quattro stabilimenti produttivi, leader in Italia nella lavorazione e nella produzione di prosciutto crudo stagionato e prosciutto crudo stagionato disossato (capacità produttiva settimanale: 35.000 prosciutti. E c’è in cantiere il progetto per un nuovo stabilimento totalmente tecnologico con cui si vorrebbe arrivare a produrre oltre un milione di pezzi all’anno, per incrementare l’export verso i mercati extra-Ue).
Dentro questo percorso c’è sempre lo stesso Orsini, ex ragazzo che oggi gestisce aziende che fatturano in complesso 110 milioni di euro (72 fanno capo a Tino Prosciutti, 40 a Sistem Costruzioni e 17 a Maranello Village) e che a diciotto anni, alla separazione dei genitori, decide di andare a vivere da solo, per poi sposarsi una prima volta con Roberta Montorsi, con cui ha avuto una figlia. Oggi lo stesso Orsini, appassionato di bicicletta e proprietario di tre labrador, è sposato in seconde nozze con Claudia Fiandri, con cui ha altri due figli “che segue appena può, come ha seguito e continua a seguire la prima figlia”, dice l’amico e collega Lauro Venturi, ad del gruppo Ocmis di Modena che ha conosciuto Orsini molti anni fa, durante un corso di formazione in cui Venturi era “professore” e Orsini “studente”. “I suoi occhi mi dicevano qualcosa in più di quelli degli altri”, dice Venturi, oggi partner di Orsini a Maranello e per altri progetti. “E quel guizzo è stato confermato dai fatti: Orsini ha fatto molta strada. Non da visionario puro, per fortuna. Conosce le regole del business, ma non è rigido. Non è workaholic, non trascura mai la famiglia. Non sopporta i tempi lunghi, e questo a volte può far litigare. E’ decisionista. Media, ma non in modo pilatesco. Infine, cosa importante: è uomo di sintesi”.
A inizio carriera, Orsini si affidava alla massima “impara a gestire un cantiere e gestirai tutto”. “Il fil rouge che collega le mie esperienze trasversali risiede nella competenza e nell’abilità che ritengo di aver acquisito in oltre trent’anni di lavoro”, ha scritto di sé il vicepresidente di Confindustria, intendendo “l’aver contribuito allo sviluppo e alla crescita costante di aziende di diversi settori non soltanto dal punto di vista commerciale, ma anche nell’organizzazione strutturale. Per farlo ci vogliono persone che seguano il progetto con capacità e competenza, tecnologia, fantasia, creatività e finanza”.
Dopo aver ricoperto la carica di Presidente di Assolegno dal 2013, nel febbraio 2017 Orsini è stato eletto Presidente di FederlegnoArredo, Federazione italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile e dell’arredamento, dalla cui presidenza si è dimesso nel 2020, pur restando associato con Sistem Costruzioni. Parole d’ordine erano, nella creazione di una Federazione collegiale, per l’Orsini federatore, termine politico per un uomo che con la politica vuole osservare equidistanza, “ascolto, dialogo, territorio, fare squadra tra imprese”. La Federazione è articolata in unità operative: Salone del Mobile, Made Expo ed Eventi (tra i progetti realizzati, la ricostruzione dell’asilo di Finale Emilia distrutto dal terremoto). In questo quadro, Orsini ha sviluppato quella “capacità d’ascolto” che l’amico e collega Stefano Bordone, presidente di KDLN e vicepresidente in Federlegno quando Orsini era presidente, descrive come suo principale atout: “Ho conosciuto Emanuele qualche anno fa, e all’inizio lo guardavo con sospetto, perché mi avevano detto ‘attento a Orsini’”, racconta: “Poi ho capito che Emanuele, schietto e diretto, aveva la stoffa per un ruolo di vertice in un’associazione in cui servono capacità di relazione con il mondo esterno”. Capacità forse utili in prospettiva? “Lo aiuta il suo non partire da posizioni preconcette”, dice Bordone, “e di non pensare necessariamente che l’idea migliore sia la sua”.