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Autotrasporto green. Per la transizione serve un fondo ad hoc, dice Confartigianato Trasporti
Gli autotrasportatori italiani spingono l’acceleratore sulla transizione green, con un aumento del 16,7 per cento delle immatricolazioni di veicoli industriali tra gennaio e novembre 2023 e un valore di 375 milioni di euro spesi dalle piccole imprese per l’acquisto di automezzi. I dati dell'associazione di categoria
Gli autotrasportatori italiani spingono l’acceleratore sulla transizione green, con un aumento del 16,7 per cento delle immatricolazioni di veicoli industriali tra gennaio e novembre 2023 e un valore di 375 milioni di euro spesi dalle piccole imprese per l’acquisto di automezzi. Ma per effettuare questi investimenti, il 72,2 per cento degli imprenditori deve ricorrere a risorse proprie. Lo dicono i dati diffusi nei giorni scorsi all’assemblea di Confartigianato Trasporti nel corso della quale il presidente Amedeo Genedani ha lanciato al governo una serie di proposte per un autotrasporto merci green, sicuro, competitivo ed efficiente. “Confartigianato Trasporti – ha spiegato Genedani – è impegnata da tempo in tutti i tavoli di confronto con proposte per garantire la sostenibilità ambientale dell’autotrasporto che conta 82 imprese con 381 mila addetti, che per il 68,4 per cento sono concentrati nelle piccole imprese. Stiamo investendo di tasca nostra per sostituire i veicoli con mezzi a basso impatto. Ma non possiamo fare tutto da soli. E l’esiguità della dotazione finanziaria dell’attuale piano di incentivi, ridotta negli anni fino ad arrivare a 25 milioni di euro, non basta a supportare l’imponente sfida verso una graduale e completa decarbonizzazione del settore. A fronte dell’assenza nel Pnrr di interventi per la trasformazione ecologica del trasporto su gomma, come condiviso con tutti gli attori della filiera automotive, sollecitiamo al governo un impegno strutturale e articolato almeno sui prossimi 5 anni per accompagnare gli sforzi degli autotrasportatori in direzione della transizione energetica e tecnologica. In particolare, chiediamo il rifinanziamento con una dotazione di centinaia di milioni di euro ed efficienti modalità attuative del fondo dedicato a incentivare la sostituzione degli attuali camion (il 65 per cento dei quali sono Euro3 e classi inferiori) con veicoli Euro 6 e a trazioni alternative”.
Tra le richieste degli autotrasportatori, anche il rifinanziamento e la rimodulazione degli incentivi per realizzare l’intermodalità con i trasporti su ferrovia e su nave, l’attivazione del tavolo delle norme per trovare soluzioni che garantiscano la regolarità del mercato e la competitività delle imprese di trasporto merci, contrastando al contempo lo sfruttamento dei piccoli operatori, i fenomeni di abusivismo e concorrenza sleale”. L’appello degli autotrasportatori di Confartigianato ha ricevuto la disponibilità del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini che ha riconosciuto gli sforzi delle imprese del settore: “La transizione ecologica – ha spiegato Salvini – la state facendo voi autotrasportatori, a vostre spese, ma è un processo che ha bisogno di tempo, di buon senso e di accompagnamento. In questo il governo vi considera alleati per realizzare una transizione green non ideologica, senza imposizioni da Bruxelles”. E della necessità di realizzare una transizione green che tenga conto della realtà si è detto convinto anche il viceministro dei Trasporti Galeazzo Bignami, il quale ha sottolineato che gli obiettivi devono essere realistici anche in funzione delle risorse disponibili per realizzare le infrastrutture necessarie. “Il governo è al vostro fianco – ha detto Bignami agli autotrasportatori di Confartigianato – per accompagnarvi sulla strada della competitività e della sostenibilità”. E sulla strada degli autotrasportatori ci sono molte criticità. E’ sempre Confartigianato a mettere in evidenza il costo dei carburanti, per i quali le piccole imprese spendono 4,4 miliardi di euro, gonfiato dalla tassazione più elevata in Europa: il livello delle accise sul gasolio è pari a 617 euro per 1.000 litri, superiore del 41,3 per cento rispetto alla media Ue. Pesa sempre di più anche la carenza di manodopera. Nel 2023 le imprese di autotrasporto hanno avuto difficoltà a reperire 153.120 lavoratori, pari al 57 per cento delle assunzioni previste, con un aumento di quasi dieci punti rispetto al 49,3 per cento del 2022. Tra le regioni in cui le aziende di autotrasporto faticano di più ad assumere personale spicca il Veneto con il 66,1 per cento di lavoratori introvabili sul totale di quelli necessari alle imprese. Seguono Emilia Romagna e Toscana (65,4), Piemonte e Valle d’Aosta (61,8).