la lettera

Mattarella richiama (ancora) il governo Meloni sulla concorrenza

Maria Carla Sicilia

Dopo i balneari, gli ambulanti. Il capo dello stato firma la legge per non compromettere il Pnrr ma precisa che l'articolo 11 è "in contrasto con le regole europee"

Il Quirinale torna a vigilare sulla concorrenza. Con una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e ai presidenti di Camera e Senato, Sergio Mattarella ha acceso un faro sulla messa a gara delle concessioni degli ambulanti, su cui interviene il ddl Concorrenza approvato dalla Camera a dicembre: le nuove norme, nota il Colle, sono in contrasto con le regole europee e con le sentenze prodotte dai tribunali amministrativi e dalla Corte costituzionale. Per questo il capo dello stato si aspetta “a breve” ulteriori iniziative, “indispensabili” per correggere il tiro. Nonostante la gravità dei rilievi fatti, respingere la legge senza firmarla non era un’opzione. L’adozione del ddl Concorrenza entro il quarto trimestre dell’anno è infatti uno dei traguardi previsti dal Pnrr che il Quirinale non avrebbe potuto mettere in discussione. E così ecco la lettera indirizzata a governo e Parlamento. E’ la seconda volta che Mattarella puntualizza formalmente sui contenuti di una legge approvata in questa legislatura e anche in questo caso il tema sullo sfondo è quello della concorrenza. Ma nella missiva dello scorso febbraio, inviata in occasione della promulgazione del Milleproroghe, l’attenzione era rivolta ai balneari, altra grana ancora sul tavolo di Palazzo Chigi. Entro il 16 gennaio il governo deve rispondere al parere motivato che la Commissione europea ha inviato a novembre per sollecitare l’applicazione della direttiva Bolkestein. In ballo c’è una procedura d’infrazione. 

Il giudizio del Quirinale sull’articolo 11 del ddl Concorrenza che legifera sull’assegnazione delle concessioni per il commercio su aree pubbliche è molto severo. “Introduce l’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo” – 12 anni – e con criteri che “appaiono restrittivi della concorrenza in entrata e favoriscono, in contrasto con le regole europee, i concessionari uscenti”. Una modalità di rinnovo che appare incompatibile con i principi più volte ribaditi dai giudici e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Il timore più grande manifestato dal Quirinale è che intorno all’assegnazione delle licenze per gli ambulanti si crei ancora più caos. A ottobre il Consiglio di stato ha confermato che la direttiva europea sui servizi, la Bolkestein, deve prevalere rispetto alla normativa nazionale sdoganando così la messa a gara delle concessioni da parte dei comuni. Mattarella nella lettera ricorda il caso di Roma, dove il sindaco Roberto Gualtieri si è già mosso in questa direzione, ma ci sono altri casi analoghi. Ora, è il ragionamento del capo dello stato, il governo deve offrire un quadro coerente con quanto hanno stabilito le sentenze dei giudici e con la direttiva europea. Ma nella maggioranza non sarà facile trovare un accordo. 

Palazzo Chigi ha scelto il silenzio e dal ricevimento della lettera non ha fatto filtrare nessun commento. La prima bandierina l’ha invece piazzata la Lega di Matteo Salvini, che ieri ha colto l’occasione per ricordare il suo impegno negli anni nei confronti di ambulanti e balneari. Con una nota del partito, la Lega ha commentato che non si arrenderà a chi “nel nome dell’Europa, ha provato a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani”. Al ministero delle Imprese e del Made in Italy, che dovrà invece occuparsi di pubblicare le linee guida per la messa a gara delle concessioni degli ambulanti, si sottolinea la disponibilità ad ascoltare le raccomandazioni del Quirinale, ma non si nasconde lo stupore. Il confronto con la Commissione europea nel corso della scrittura del disegno di legge sulla Concorrenza non ha avuto intoppi, dicono da via Veneto, perciò non erano attesi rilievi. E invece, a quanto pare, la concorrenza sarà ancora una volta una grana per il governo Meloni.  
 

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.