Borsa su spread giù
Per Meloni il 2024 si apre con un clima positivo dei mercati: si aspettano che la Bce tagli i tassi
Il Ftse Mib, il principale indice di PiazzAffari, ha registrato un aumento notevole nel 2023. Per il prossimo anno, i mercati continuano a essere cautamente ottimisti: la questione centrale resta la politica fiscale del governo e le rassicurazioni di Giancarlo Giorgetti non convincono tutti
Il momento peggiore? A metà marzo, quando c’è stato il crac delle banche californiane seguito dalla crisi di Credit Suisse. Quello migliore a maggio, con la schiarita sul futuro di Telecom e la riscossa delle banche e dei petroliferi. Ma nel complesso il Ftse Mib, il principale indice borsistico di Piazza Affari, nel 2023 è stato il più dinamico d’Europa con un rialzo del 28 per cento. E a giudicare da come la Borsa ha inaugurato il 2024 (ieri più 0,57 per cento) si capisce che il buon umore degli investitori nei confronti dell’Italia non si è spento con i botti di Capodanno. Merito anche dell’indice Pmi manifatturiero, che a dicembre è salito a 45,3 punti, più alto di Francia e Germania, confermando la resilienza del sistema produttivo nazionale nel contesto di rallentamento economico dell’Eurozona.
Ma la questione centrale per i mercati resta la politica fiscale del governo Meloni. Nonostante il ministro Giancarlo Giorgetti abbia chiarito in un’intervista al Sole 24 Ore che il disavanzo 2023 sarà “di qualche decimale superiore alle previsioni”, principalmente per effetto della spesa del Superbonus più elevato delle attese, nel mondo degli investitori si continua a respirare un clima di moderato ottimismo come si vede anche dal ritorno d’interesse per i Btp, i cui rendimenti nelle ultime settimane hanno ridotto la distanza con i titoli decennali tedeschi (sebbene negli ultimi giorni del 2023 il differenziale abbia rivisto una piccola fiammata). Quello che conta, per come si ragiona in questo mondo, è che, nonostante tutta la polemica sulla mancata ratifica della riforma del Mes, l’esecutivo si sia impegnato a ridurre il debito pubblico in linea con i requisiti previsti dal nuovo Patto di stabilità europeo, sebbene sia stato molto abile a non far capire al suo elettorato che quello che sta per arrivare è un periodo di rigore fiscale, e quindi di austerity.
Ma ci sono anche fattori esogeni che stanno contribuendo a rassenerare i rapporti tra Palazzo Chigi e i mercati finanziari dopo i momenti di turbolenza seguiti al varo della manovra economica in autunno, giudicata troppo espansiva per un paese che ha prospettive di crescita economica molto basse (0,6-0,7 per cento è la previsione più accreditata per il nuovo anno, circa la metà dell’1,2 per cento stimato dal governo) e non vede ancora l’impatto del Pnrr sul pil. Il vento è cambiato quando il brusco calo dell’inflazione, superiore alle aspettative, ha scatenato le scommesse degli operatori sulle future mosse della Bce. Sei tagli di tassi d’interesse nel 2024: questa è l’ultima previsione sul mercato dei futures di Londra, che è addirittura più ottimistica rispetto alle aspettative su come si muoverà la Federal Reserve (non è un caso che ieri Wall Street abbia aperto in rosso la prima seduta dell’anno).
Troppa euforia perché l’inflazione nell’Eurozona potrebbe rialzare la testa convincendo la banca centrale a proseguire lungo la strada della stretta monetaria, obiettano alcuni osservatori, ma tanto basta per alimentare un clima positivo che, però, potrebbe essere messo a dura prova dalla campagna elettorale per le elezioni europee di giugno. Comunque sia, se la previsione dei sei tagli dei tassi da parte della Bce per quest’anno dovesse verificarsi anche solo in parte, la pressione sullo spread di un paese fortemente indebitato come l’Italia finirebbe automaticamente per allentarsi contribuendo a ridurre di conseguenza il costo del debito pubblico. Un aiutino “esterno” mica male per il governo Meloni.