editoriali
Più O'Leary, meno Urso
Più concorrenza, meno tasse, più investimenti. La ricetta del ceo di Ryanair
Le uscite dell’istrionico Michael O’Leary sono sempre poco diplomatiche. Però, per quanto urticanti, non sono mai vuote e contengono vari spunti di riflessione. Nell’intervista rilasciata a Repubblica, il patron di Ryanair – dopo un anno di attacco frontale da parte del governo, nello specifico del ministro delle Imprese Adolfo Urso – si toglie qualche sassolino dalle scarpe. In primo luogo, a proposito dell’indagine dell’Antitrust sull’ipotesi di un cartello tra vettori per alzare i prezzi dei voli durante le festività natalizie, O’Leary dice che “l’indagine era semplicemente stupida, come stupide sono le tesi dell’Enac. Io non conosco nessuno a Ita e non li ho mai contattati. Siamo in aspra concorrenza con loro e con easyJet”.
Proprio sul tema della concorrenza, è però interessante la posizione rispetto alla cessione di Ita a Lufthansa, una vendita che potenzialmente rafforzerebbe un concorrente e che, per questo, è sotto lo scrutinio della Commissione Ue. Sul tema O’Leary fa capire che non teme la concorrenza, che la cessione sarebbe positiva per gli italiani (“non dovranno più pagare per ripianare le perdite”) e vede nuove opportunità di mercato (“Lufthansa imporrà ai voli Ita tariffe proibitive, porterà i passeggeri vero Francoforte, e gli italiani non avranno che Ryanair”).
Infine, O’Leary propone un piano di investimenti da 8 miliardi a Giorgia Meloni (chissà perché non pensi a Urso come interlocutore), ma in cambio non chiede né sussidi diretti né agevolazioni specifiche per la sua azienda: semplicemente di tagliare le tasse comunali che pagano i passeggeri per “finanziare le pensioni degli ex piloti Alitalia”, di cui beneficerebbe tutto il settore.
Più concorrenza, meno tasse, più investimenti. E’ una ricetta che il governo dovrebbe perseguire non solo nel settore aereo, ma in tutta l’economia. Meloni farebbe meglio a dare retta a O’Leary che a Urso.