il rapporto
Caput mundi al palo e stop al tram, eppure il Giubileo si muove
Roma Capitale è oggi uno specchio di quanto sta accadendo a livello nazionale e l’aggiornamento dei numeri dell’Osservatorio Acer-Tor Vergata presentato ieri racconta tutto di questa stagione
Non è il momento per esprimere giudizi definitivi o apocalittici sul Pnrr e sul Giubileo romano. Semmai, i numeri dicono chiaramente che siamo in mezzo al guado, con moltissimo lavoro di preparazione fatto (non senza sorpresa, anche rispetto alle tante Cassandre che vedevano solo paralisi e veti) e tanti ostacoli ancora da superare, nel momento più critico e anche decisivo. C’è da lavorare, accelerare, sminare. Molte gare fatte, progetti avviati, parecchi cantieri aperti, ora sottoposti alla prova della spesa effettiva, ma anche processi autorizzativi in corso, segmenti di programma in ritardo clamoroso, veti incomprensibile in uno spirito di cooperazione faticosa che pure sta prevalendo.
Roma Capitale è oggi uno specchio di quanto sta accadendo a livello nazionale e l’aggiornamento dei numeri dell’Osservatorio Acer-Tor Vergata presentato ieri racconta tutto di questa stagione. Partiamo dal Pnrr romano: 1.907 progetti per 3,4 miliardi suddivisi in più gare e procedure. Gli appalti avviati sono 4.381 per 2,5 miliardi, il 73 per cento del totale. Di questo il 22 per cento ha aperto i cantieri, l’11 per cento li ha pure completati. Il piano del Giubileo, finanziato con due Dpcm del dicembre 2022 e del giugno 2023 e altri che ne seguiranno, è inevitabilmente più indietro, nonostante la scadenza ravvicinata. Su 518 progetti finanziati con 3,3 miliardi di euro, le gare avviate sono 348 per 1,6 miliardi, il 48,4 per cento del totale.
I numeri dicono che la grande macchina – anche una macchina svuotata negli anni come quella capitolina, con stipendi dei Responsabili unici del progetto a 1.400 euro al mese – ha dato comunque una prima risposta. Ci sono più luci di quanto si racconti nella narrazione vittimistica nazionale, ma certo non basta a uscire dal guado. Per evitare entusiasmi di qualsiasi genere basta citare alcuni casi tratti dal mondo dei veti, dei pantani, delle rendite di posizione amministrative. Il primo è un capitolo che avrebbe dovuto dare lustro al Pnrr, il Caput Mundi, un programma su beni storici e archeologici, manutenzione straordinarie, valorizzazioni, progetti da anni nei cassetti delle Soprintendenze e dei Parchi archeologici. Sono stati finanziati con il Pnrr 335 progetti, in carico inizialmente al ministero del Turismo. Viste le difficoltà operative di quel dipartimento, si è pensato di passare la patata bollente all’ufficio del commissario per il Giubileo. A oggi il bilancio di questo programma è – secondo i numeri del commissario straordinario - 1 progetto concluso, 1 progetto in corso, 5 progetti in fase di avvio. Stop.
L’ufficio del commissario straordinario sta provando ad accelerare l’iter dei progetti, con una direttiva che consenta di mettere in contatto subito progettisti ed esecutori, in modo da accorciare i tempi della messa in cantiere ed evitare ostacoli. Sembra però che il programma sia destinato allo stralcio: sarebbe un’occasione persa. Il secondo caso è quello del tram che dovrebbe collegare Termini al Vaticano fino all’Aurelio (Tva). Dovrebbe passare lungo via Nazionale, nel tratto che va da Piazza della Repubblica a largo Magnanapoli. Opera Pnrr. Condizionale d’obbligo, perché il 19 dicembre 2023 – dopo 140 anni dalla costruzione di via Nazionale – è stato proposto dalla Sovrintendenza nazionale, sulla base del decreto legislativo 42/2004 sui beni culturali, un vincolo di natura storico-architettonico che potrebbe bloccare tutto: “Interesse culturale”, bisogna tutelare maggiormente lo spazio aperto urbano denominato “via Nazionale”. L’apposizione del vincolo si presenta come una mannaia sul tram, per altro fortemente contestato da varie lobby cittadine e pallidamente difeso come strategico dall’amministrazione capitolina. Il vincolo della Sovrintendenza arriva dopo due anni di faticoso iter per l’approvazione, fatta passo dopo passo, dopo una conferenza dei servizi (in cui è stata coinvolta anche la Soprintendenza che ha dato parere positivo), dopo l’espressione di pareri tutti favorevoli delle amministrazioni con prescrizioni recuperabili in fase di progettazione, dopo che sono stati impegnati fondi nazionali e del Pnrr, dopo che l’opera è stata messa a gara e aggiudicata il 16 dicembre scorso.
Tre giorni dopo, lo stop per 90 giorni finché la Conferenza dei Soprintendenti non avrà deciso se confermare il vincolo su via Nazionale e bloccare così definitivamente il tram. Eccolo, dunque, ben visibile, il rischio che in qualsiasi momento, dopo una grande mole di lavoro fatto, le opere deraglino e si infilino nei tunnel del No.