il colloquio
Procaccini (FdI): “La tassa Meloni sulle bollette agitata dal Pd non esiste: è uno sconto”
Il responsabile Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia: "I risultati delle aste sono oggettivi ma facciamo fatica a prenderci i meriti: abbiamo solo rispettato gli impegni del Pnrr". Ambulanti e balneari sono il prossimo fronte
“I buoni risultati delle aste sono oggettivi. Il Pd è stato così aggressivo a parlare di ‘tassa Meloni’ che adesso fa fatica a rivendicare un merito che in parte è anche suo”. Il tema è quello della liberalizzazione del mercato elettrico e a parlarne con il Foglio è il responsabile Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia, l’eurodeputato Nicola Procaccini. Il paradosso è che la riforma rinnegata per timore da tutti, da chi l’ha ideata e da chi l’ha eseguita, invece di una “tassa” ha prodotto uno “sconto”. “L’abolizione della tutela, che non esiste in nessun’altra parte d’Europa, ha prodotto un livellamento verso il basso dei costi delle utenze elettriche. Ma facciamo fatica a prenderci i meriti – dice allora Procaccini sorridendo – perché ci siamo limitati a rispettare un impegno preso con l’Unione europea dal precedente governo e adesso beneficiamo di un ritorno di consenso di cui in realtà non posso dire che siamo stati pienamente artefici”. Eppure, lo stesso governo ha tentato di rinviare la fine della maggior tutela ma si è ritrovato di fronte lo scoglio del Pnrr. Anche FdI non dovrebbe fare un mea culpa? “Non la metterei in questi termini”, precisa: “FdI si è preoccupato com’è normale quando si entra in una fase nuova. Potevamo disattendere una misura approvata come milestone nel Pnrr e produrre così un danno economico per il paese, ma abbiamo scelto di essere corretti con la Commissione europea, che sta dando credito al governo italiano, e di mantenere gli impegni”.
Al Foglio la responsabile Ambiente del Partito democratico, Annalisa Corrado, ha detto che i risultati delle aste sono una buona notizia per una piccola fetta di clienti ma una pessima notizia per quelli che stanno sul mercato libero, dove ci sono anche prezzi più alti di quelli offerti dagli operatori che si sono aggiudicati i lotti. “Il Pd è troppo impegnato sulla battaglia politica contingente ed è totalmente incapace di avere una visione di lungo periodo. Dover spaventare consumatori e famiglie parlando di ‘tassa Meloni’ – continua Procaccini – esprime questa visione ed esprime l’ideologia che appesantisce il Pd, limitando la sua possibilità di correre sul piano della politica nazionale e internazionale, e si vede anche a livello europeo”. Il tema sollevato da Corrado riguarda la fine del servizio di tutele graduali, quello in cui finiranno le utenze del mercato tutelato, che garantisce per tre anni dopo le aste un risparmio di 130 euro in media all’anno. Non ci sono rischi per i consumatori che dal regime transitorio passeranno sul mercato libero? “Bisogna certamente essere vigili, attenti e cauti ma non bisogna fermare la liberalizzazione dei servizi perché è una riforma che va incontro all’interesse dei consumatori”, risponde l’eurodeputato meloniano. “Lo abbiamo visto anche su altri mercati, con la tv a pagamento, con gli operatori telefonici: i consumatori acquistano forza contrattuale e a quel punto inizia la battaglia delle aziende per acquisire clienti, una battaglia che si fa con offerte economicamente più vantaggiose e con servizi aggiuntivi, e va solo a vantaggio del consumatore”.
Lo stesso principio, però, dovrebbe valere anche per quei settori su cui oggi il governo Meloni fa resistenza ad aprire le gare, balneari e ambulanti su tutti, e sui quali ha acceso un faro anche la stessa Commissione europea. Impegni, anche quelli, vincolati dal Pnrr. Perché lì non si applica? “Perché non siamo adoratori del liberismo a tutti i costi. Ci sono situazioni che vanno valutate caso per caso”. E tra queste Procaccini cita i sussidi in bolletta che il governo ha mantenuto per un periodo quando si è insediato e i prezzi del gas erano alle stelle. Ma non è esattamente la stessa cosa. E allora spiega: “Il caso dei balneari riguarda anche situazioni che non solo precedono la Bolkestein ma a volte anche la Costituzione. Ci sono degli stabilimenti balneari, ristoranti e alberghi costruiti da famiglie che ci lavorano da generazioni: confiscarli a me sembra una manovra non liberista ma di stampo sovietico”. E tuttavia, assicura Procaccini, “Giorgia Meloni e il suo governo hanno un approccio che cerca di essere il più pragmatico possibile”. Resta da vedere, dunque, se sarà anche coerente.