Intelligenza Artigiana. Il report di Confartigianato sulle 125 mila pmi pioniere dell'IA
L'intelligenza artificiale è sempre più utilizzata dagli artigiani per ottimizzare le proprie attività, attraverso un mix di tradizione manifatturiera e innovazione tecnologica. Sarà questo uno dei temi centrali della Giornata della cultura artigiana, in programma a Pesaro il 19 marzo
Mentre tutti discutono di intelligenza artificiale, un piccolo “esercito” di 125 mila piccole imprese italiane la sta già utilizzando per ottimizzare le proprie attività. Pmi “pioniere” che Confartigianato ha analizzato in un report sul mix di tradizione manifatturiera e innovazione tecnologica sperimentato dagli artigiani e dai piccoli imprenditori. Proprio di questa realtà si parlerà durante la Giornata della cultura artigiana che Confartigianato ha organizzato il 19 marzo a Pesaro. Un appuntamento annuale, arrivato alla terza edizione, che si svolge nelle città capitali italiane della cultura.
“Una scelta precisa quella di Confartigianato – spiega il presidente Marco Granelli – per ribadire che i nostri imprenditori sono la cultura produttiva made in Italy: profondamente radicati nelle comunità e, contemporaneamente, capaci di conquistare il mondo con l’eccellenza dei loro prodotti, incorporano saperi antichi ed esprimono la biodiversità dei territori italiani, sempre pronti, però, a rinnovarsi e a innovare per affrontare le grandi trasformazioni della nostra epoca ed essere attori delle transizioni green e digitale”.
La Giornata della cultura artigiana metterà a confronto imprenditori, rappresentanti del mondo accademico, esperti di IA, scienziati per fare il punto sul ruolo delle piccole imprese, sul valore artigiano dentro le transizioni e nel rapporto con l’intelligenza artificiale per contribuire a costruire un modello di sviluppo sostenibile e “a misura d’uomo”.
E’ ancora il presidente di Confartigianato Granelli a sottolineare l’approccio all’intelligenza artificiale: “Ai timori di diventare schiavi dei robot rispondiamo con la capacità dei nostri imprenditori di essere artefici di creatività innovativa. Per noi l’acronimo IA si scioglie in Intelligenza Artigiana. Siamo convinti che sapremo vincere le sfide delle grandi transizioni con la forza dei valori artigiani, capaci di unire l’innovazione digitale con la tradizione manifatturiera per dare ‘anima’ a prodotti e servizi belli e ben fatti, simbolo del made in Italy e frutto della testa, delle mani e del cuore dei nostri imprenditori”.
Nessuna paura del nuovo e della tecnologia, nessuna nostalgia per vecchi modi di produrre. “Per noi artigiani e piccoli imprenditori – sottolinea ancora il Presidente di Confartigianato – l’intelligenza artificiale è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare il talento, le competenze, ineguagliabili, dei nostri imprenditori. Non c’è algoritmo che possa copiare o simulare il saper fare artigiano che rende unico nel mondo il made in Italy. Vogliamo consentire ai nostri imprenditori di partecipare alla sfida dell’innovazione per migliorare l’eccellenza e l’unicità di ciò che producono. Una cosa è certa: la tecnologia, la cultura digitale aiutano, ma per i piccoli imprenditori italiani a vincere è sempre la persona, non la macchina”.
Secondo le rilevazioni dell’Ufficio studi di Confartigianato, l’intelligenza artificiale viene usata dai piccoli imprenditori soprattutto per esigenze di sicurezza informatica, controllo dell’accesso a luoghi, a dati o a servizi, manutenzione di macchinari e automezzi, ottimizzazione dell’utilizzo di energia e materie prime, trattamento dei rifiuti e gestione della logistica, automazione di processi produttivi e applicazioni di contabilità e finanza, automazione delle funzioni di vendita online di beni e servizi e applicazioni nella prevenzione, nella diagnostica e nelle cure mediche.
Le piccole imprese italiane spiccano anche per il crescente utilizzo dei sistemi robotizzati. Dal rapporto di Confartigianato emerge che l’Italia è terza nell’Ue a 27 per la quota di Pmi che usano robot, pari all’8,3 per cento e superiore al 5,6 per cento della media europea.