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la svolta

Si può fare! L'Italia, dopo vent'anni di buio, riapre alle biotecnologie

Roberto Defez

Con RIS8imo il nostro paese compie finalmente un passo avanti nel campo della sperimentazione agricola. Si riaccende la speranza nell'innovazione genetica vegetale

Dopo aver percorso un tunnel oscuro durato un quarto di secolo, l’Italia torna a illuminare il miglioramento genetico vegetale con un riso elaborato da Vittoria Francesca Brambilla all’Università Statale di Milano. Un riso frutto della ricerca scientifica pubblica, pensato per ridurre l’uso di fungicidi, immaginato per tutelare il tipico riso italiano da risotto, progettato per una caratteristica ricetta della nostra cucina. Il RIS8imo, questo l’acronimo del progetto, ha ricevuto l’autorizzazione dal ministero dell’Ambiente (Mase) alla sperimentazione in campo e potrebbe vedere la luce in aprile, scacciando così il buio della ragione che ha umiliato le speranze di una generazione di scienziati. 


Come per le tessere di un mosaico, mille condizioni si sono sincronizzate per realizzare un sogno che nessuno in Italia ha potuto assaporare da un ventennio. Alla determinazione di Vittoria Brambilla di far nascere alla vita il suo riso tollerante al brusone, si è congiunto il coraggio della Fondazione Bussolera Branca, e di Fabio Cei e Roberto Schmid, che ha finanziato il progetto andando in direzione ostinata e contraria al sentire comune sull’impiego delle biotecnologie in agricoltura. Ha incontrato lo slancio visionario dell’azienda di Federico Radice Fossati che, sul ciglio di festeggiare il mezzo millennio di attività agricola, ha scelto di guardare al futuro e non alla nostalgia o alla rassegnazione. Tutto questo è accaduto in Lombardia dove l’assessore all’agricoltura Beduschi ha creduto e lavorato perché il progetto si realizzasse. In un processo che richiama  la caduta del muro di Berlino, il Parlamento ha rimosso alcuni ostacoli (ma sarebbe più corretto chiamarle   pregiudizi) che impedivano agli scienziati di verificare in campo le innovazioni realizzate in laboratorio: questo riso, ottenuto con la tecnologia CRISPR/Cas9 mediante tecniche di evoluzione assistita (Tea), beneficia di una legislazione che lo differenzia dagli Ogm. Un’aria nuova ha invaso sia il Mase che le organizzazioni di categoria, dove finora la sola Confagricoltura si era spesa per le Tea. Anche le cooperative della grande distribuzione hanno mandato segnali di discontinuità rispetto alle chiusure del passato. 


Insomma i tempi erano maturi, ma serviva che qualcuno avesse il coraggio di scalare l’albero, per cogliere e assaggiare il primo frutto maturo: questo il merito di Vittoria Brambilla. Un merito che vale in sé, nel senso che si tratta  di una  sperimentazione, nessuno può sapere se il RIS8imo funzionerà davvero: a questo serve la sperimentazione. Finora era come se un progettista avesse immaginato il nuovo motore della Ferrari al computer: ora ha il permesso di provare la macchina sul circuito di Fiorano, in questo consiste l’autorizzazione del Mase. E provare nel circuito di casa, non equivale a vincere una gara di Formula 1: ossia  avere un riso-ottimo per la coltivazione e  la cottura con lo zafferano. 


Si inizia così a rompere un tabù, a liberare le energie degli scienziati, per ricominciare a sperimentare e immaginare soluzioni per l’agricoltura. A fornire innovazioni di prodotto alle aziende agricole, a consentire ai nostri agricoltori di competere per la produzione e non solo per le effimere sovvenzioni pubbliche. A cementare un patto di fiducia tra ricercatori, istituzioni  e cittadini, che sono e devono essere i fruitori diretti dell’innovazione. Per far dialogare i laboratori  con le esigenze  di un pianeta che non è mai stato così caldo come nel 2023, con una carenza d’acqua diventata  endemica, con i problemi di qualità dell’aria per cui è inaccettabile usare come fertilizzanti fiumi di letami biologici (come vorrebbe il contestatissimo Green Deal che ha causato la protesta dei trattori) dato che emettono  gas serra e polveri sottili. Ma la genetica vegetale può provare a trovare soluzioni alle malattie delle piante, la microbiologia del suolo può aiutare ad alimentare le piante coltivate, un approccio non ideologico agli allevamenti può attenuare le emissioni di gas serra, ed esprimere fiducia nell’innovazione rispondendo all’esortazione fatta da Mario Draghi che ha chiesto di smettere col pessimismo di chi dice sempre e solo no a tutto.
 

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