Azzardi
Il gioco delle tre carte sul Pnrr: cosa sta succedendo
Perché i governatori di regione non hanno tutti i torti a ribellarsi contro il nuovo metodo messo in atto dal ministro Raffaele Fitto con il decreto Pnrr appena firmato
Il “gioco delle tre carte” avviato dal ministro Raffaele Fitto con il decreto Pnrr – e più volte denunciato dal Foglio – continua a creare altissima tensione politica, come è inevitabile, perché se apri un buco per chiuderne altri due, se ridai i soldi che hai sottratto ai comuni e li prendi dalle regioni, qualcuno che viene penalizzato senza nessuna logica lo trovi sempre. Tornano a lamentarsi ora i governatori che nell’ultima Conferenza stato-regioni hanno addirittura minacciato il ricorso alla Corte costituzionale o all’autorità giurisdizionale se non sarà eliminato il definanziamento da 1,2 miliardi per gli investimenti in edilizia sanitaria. Era già stata la Corte dei conti a denunciare le molte mancanze formali e sostanziali del decreto legge – che la prossima settimana entra nel vivo dell’esame in commissione alla Camera – e in particolare aveva messo nel mirino proprio la cancellazione degli stanziamenti alla sanità, ricevendo una piccatissima smentita del ministro per l’Europa e il Pnrr. Il Foglio ha già scritto che aveva ragione la Corte dei conti.
I nodi tornano al pettine e ora sono i Governatori a denunciare l’ammanco. Nei prossimi mesi assisteremo a un groviglio di situazioni come questa (basta aspettare la resa dei conti sui 30,6 miliardi del Piano nazionale complementare che comincerà a fine mese per vedere nuovi fuochi d’artificio o il decreto legge con cui Fitto vuole riformare i fondi Ue per la coesione ancora a scapito delle Regioni). E l’autorità giurisdizionale chiamata in causa da Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della conferenza stato regione, come può non richiamare alla mente le denunce penali, amministrative e civili presentate dal governatore De Luca per i ritardi nell’assegnazione dei Fondi sviluppo coesione? Il presidente Fedriga ha scelto una linea molto più ragionevole: prima trattare, poi minacciare la resa dei conti. Più esplicito, prima di lui anche il presidente della Calabria e vivcesegretario di Forza Italia, Roberto Occhiuto, quando ha definito “lunari” le misure di Fitto. Gioco delle tre carte?