(foto Ansa)

Il colloquio

Cofferati: “Su Stellantis e automotive il Pd ha un ritardo da colmare”

Luca Roberto

L'ex segretario della Cgil, ritornato tra i dem: "Sulle politiche industriali al Partito democratico è mancata la continuità. Servono conoscenza e coraggio innovativo. Pensiamo a questo invece di litigare sulle candidature"

Il momento delicato in cui si trova Stellantis e tutto il settore dell’automotive  è frutto di una sottovalutazione e disattenzione diffusa. Perché in questi anni si è guardato a cosa stava accadendo con troppa disattenzione”. E’ una questione che conosce bene, Sergio Cofferati, avendola vissuta anche in veste di segretario della Cgil, anche se all’epoca Stellantis non esisteva e il suo interlocutore era la Fiat, pienamente italiana. Il suo è un richiamo all’ordine per tutti, destra ma anche quello che definisce il “versante progressista”, soprattutto il Pd, il partito in cui ha deciso di rientrare, “perché su questo, sulle politiche industriali del paese, deve fare e dire di più. Piuttosto che litigare sulle candidature, perché non si parla di cosa si vuole fare in Europa? Quali sono le proposte da portare ai tavoli europei? Solo dopo arrivi a scegliere le persone”. Ieri l’ad di Stellantis ha incontrato i sindacati a Torino. Non è emerso granché, ma è stata l’occasione per polemizzare con il governo, in quanto l’ipotesi che il gruppo se ne vada dall’Italia è stata bollata dal manager portoghese come una “fake news”. E chi farà entrare le imprese cinesi nel mercato italiano “se ne assumerà le responsabilità”. Subito ha risposto il ministro delle Imprese Urso: “Sono loro a doverci dare delle garanzie”.

 

Secondo Cofferati, “con un gruppo come Stellantis tutto deve essere discusso, anche un ingresso del pubblico, non per sostituirsi ai privati ma per accompagnarne il lavoro”. Da questo punto di vista però la disamina dell’ex sindacalista è che il governo si stia “comportando male, perché non ha uno straccio di idea di politica industriale. Guardate anche all’Ilva, un’ulteriore conferma. Anche il manifatturiero è in difficoltà, eppure grandi idee di sviluppo e di modi di produrre io non li vedo. Certo, è un problema europeo. Perché è chiaro che soprattutto sull’automotive non puoi competere solo sui costi, lo devi fare sull’innovazione”. Sembrerebbero critiche rivolte unicamente a destra, ma sentite cosa rimprovera Cofferati a quel che è tornato a essere il suo partito: “Vorrei che ci si occupasse meno di candidature e più di idee di sviluppo. Il Pd e la sinistra hanno affrontato temi come il destino di Stellantis e del settore automotive non con la dovuta continuità”.

Non sono solo recriminazioni rivolte al passato, ma consigli per il presente, per il nuovo corso di Elly Schlein, che sul tema si è esposta poco, quasi nulla. “Il Pd ha un ritardo sulle politiche industriali che deve assolutamente scontare. Serve innanzitutto conoscenza, poi una certa continuità. E anche un coraggio innovativo”, conclude Cofferati. Con la sfrontatezza di chi al suo partito sta dicendo che le elezioni di giugno saranno uno spartiacque importante: “Perché è a livello europeo che vanno affrontate tematiche così importanti, tra cui la fiscalità, visto che imprese come Stellantis formalmente non sono nemmeno più italiane. Si può e si deve fare di più”.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.