il colloquio
Sulle rinnovabili Todde e Lollobrigida sbagliano. Parla Bonelli
La moratoria in Sardegna? "È giusto porre il tema del piano delle aree idonee ma avrei evitato uno stop di 18 mesi", dice il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. E sul decreto Agricoltura: "È un atto di profonda ipocrisia che cela una totale sudditanza alla Coldiretti". Intervista
Il paragone dev’essere fatto con dei distinguo, non solo per opportunità politica ma soprattutto per questioni di merito. Epperò tra la moratoria per le rinnovabili approvata in Sardegna da Alessandra Todde e i divieti introdotti dal governo su impulso del ministro Francesco Lollobrigida per il fotovoltaico sui terreni agricoli un’analogia c’è: entrambi limitano l’installazione di nuovi impianti. “Io non avrei fatto come ha fatto Todde”, risponde il verde Angelo Bonelli quando gli chiediamo se la presidente espressione del campo largo ha fatto bene ad approvare con la sua giunta il disegno di legge che blocca per 18 mesi le autorizzazioni dei nuovi impianti. E come? “Avrei accelerato al massimo con gli strumenti che abbiamo a disposizione per arrivare alla definizione delle aree idonee. Perché il problema in Sardegna deriva dal fatto che non sono ancora stati individuati i luoghi dove consentire le installazioni degli impianti, ed è un problema serio. Non può esserci una deregulation ma penso che 18 mesi siano tanti: questo è un elemento che avrei assolutamente evitato”, spiega il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. Ora il disegno di legge dovrà essere approvato dal consiglio regionale. Cosa faranno i consiglieri di Avs? “Lavoreremo affinché questo blocco sia il più limitato possibile. Condividiamo il tema della pianificazione ma si tratta di capire che tempistiche ci diamo per superare lo stallo”. Il nodo è sempre quello: conciliare la tutela del paesaggio e il consumo di suolo con l’esigenza di aumentare la produzione di energia rinnovabile. Ed ecco quindi il primo distinguo: “A dispetto del titolo, la misura approvata dal Consiglio dei ministri non ha niente a che vedere con la riduzione del consumo di suolo: avrebbero dovuto dire stop alle varianti urbanistiche che hanno trasformato le aree agricole in capannoni e centri commerciali, ma di questo né la Coldiretti né il ministro Lollobrigida si preoccupano”, dice Bonelli, che aggiunge netto: “Il decreto è un atto di profonda ipocrisia che cela una totale sudditanza alla Coldiretti. Oggi il ministero dell’Agricoltura è gestito dalla Coldiretti”. Inoltre, sottolinea il deputato, “come ha già notato il Foglio, la norma così com’è scritta rappresenta l’eliminazione di una fonte di reddito per gli agricoltori che hanno già i problemi economici denunciati in questi mesi di proteste con i trattori”. Un autogol. Ma c'è anche un secondo distinguo. “Non condivido la moratoria in Sardegna, ma Todde non ha bloccato sine die come ha fatto Lollobrigida”, puntualizza il deputato. Perché come ha chiarito ieri il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il decreto Agricoltura è destinato ad avere un impatto a lungo termine: il piano delle aree idonee, attualmente fermo in conferenza delle regioni, sarà infatti adeguato ai nuovi divieti. Così, gli unici pannelli che potranno essere installati sui terreni agricoli sono quelli che consentono di coltivare, quelli sopraelevati di almeno due metri da terra.
C’è una forma di Nimby verso le rinnovabili? “Non c’è dubbio”, dice Bonelli, che confessa: “Mi trovo in una situazione un po’ surreale: anni fa venivo accusato di essere l’animatore dei Nimby e oggi mi trovo dall’altra parte. Dobbiamo avere un atteggiamento di responsabilità: se vogliamo garantire al paese una tenuta economica, produttiva e sociale dal punto di vista energetico, le rinnovabili servono”. E quella sarda è una forma di Nimby? “Sì ma questo potrebbe valere anche in altre zone d’Italia. Stiamo facendo da tempo una battaglia: se siamo d’accordo che le rinnovabili siano la prospettiva per la produzione di energia, allora le dobbiamo fare. Poi possiamo ragionare su dove metterle ma non si può dire che si blocca tutto, se no passa un messaggio negativo di chi dice sempre no”. Insomma, la pianificazione è lo strumento cruciale, dice Bonelli, per tutelare il paesaggio e le esigenze produttive legate all’energia. “Rivolgo in maniera cortese e garbata un invito a quelli che sono i miei alleati: Sardegna, Sicilia e tutte le altre regioni sono parte di un unico paese che deve concorrere insieme a raggiungere alcuni obiettivi energetici. Condivido pienamente la necessità di avere un piano delle zone idonee, ma se si comincia a mettere degli stop dobbiamo capire come alimentiamo energeticamente questo paese”.