il personaggio

Urso senza carrello. L'impresa del ministro delle Imprese

Luciano Capone

Da quando è finito il suo “trimestre tricolore antinflazione”, l’inflazione dei beni alimentari scende più di prima: dal +5,3% al 2,3%

L’Istat ha rivisto ulteriormente al ribasso l’inflazione, ormai scesa sotto all’un per cento: ad aprile 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è stato pari allo 0,8% (dall’1,2% del mese precedente). Ma la cosa più interessante è che continua a rallentare la corsa del cosiddetto “carrello della spesa”. Anzi, si può dire che da quando è finito il cosiddetto “trimestre antinflazione” voluto dal ministro Adolfo Urso, l’inflazione scende più di prima.

I prezzi dei “beni alimentari, per la cura della casa e della persona” – l’indice che rappresenta il cosiddetto “carrello della spesa” – rallentano su base tendenziale ad aprile dal 2,6% al 2,3%: il dato più basso dal novembre 2021. Da quando (dicembre 2023) non c’è più il “carrello tricolore” – l’iniziativa voluta dal ministro delle Imprese e del made in Italy per rallentare i prezzi dei prodotti essenziali – il tasso di inflazione di questi beni è sceso di 3 punti percentuali: dal 5,3% al 2,3%.

Nel trimestre precedente, quello in cui il protocollo del governo con la grande distribuzione e, in parte, con l’industria agroalimentare era in vigore, l’inflazione del “carrello della spesa” è scesa di 2,8 punti. E per la gran parte solo nel primo mese di adozione, a ottobre 2023, quando i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono scesi dall’8,1% al 6,1%. Poi altri 0,7 punti a novembre e un altro decimale a dicembre. In totale, due 0,2 punti in meno di quanto sia scesa dopo la fine di quella memorabile misura a oggi.

In quei mesi di fine 2023 il ministro delle Imprese, quasi quotidianamente, con dichiarazioni iperboliche e anche un pochino ridicole, rivendicava i meriti della riduzione dell’inflazione. A suo dire dovuta a due sue iniziative: il cartello con il prezzo medio nei distributori di benzina, che avrebbe contenuto i prezzi dei beni energetici; e, appunto, il “carrello tricolore”, che avrebbe calmierato i prezzi dei beni alimentari. Nelle analisi di Urso non c’entravano nulla l’Opec o la Bce, che con dieci rialzi in un anno ha attuato la più grande stretta monetaria della sua storia per fermare la corsa dei prezzi. No, era tutto merito suo.

Grazie al “tabellone sul prezzo medio dei carburanti” imposto ai distributori dal governo, diceva Urso, c’è stata “una costante riduzione del prezzo di gasolio e benzina”. Risultato analogo grazie al cosiddetto “carrello tricolore”: “A due mesi dall’avvio del trimestre anti-inflazione possiamo dirci soddisfatti dei risultati raggiunti. Ha contribuito a contenere i prezzi per i beni di prima necessità”.

Nel caso dei carburanti, come è stato chiaro anche nei momenti di rialzo, basta fare un confronto con i prezzi degli altri paesi per notare che i prezzi italiani seguono semplicemente la dinamica del mercato internazionale. Per il cosiddetto “carrello tricolore”, la questione è analoga. È vero che nel trimestre di adozione, soprattutto nel mese di ottobre, l’inflazione del “carrello della spesa” si è ridotta di due punti. Ma non vuol dire affatto che sia stato merito del governo. Perché il calo dei prezzi di quell’indice, molto più forte, era partito diversi mesi prima dell’introduzione del “trimestre anti-inflazione” di Urso. Come nel resto d’Europa, tra l’altro.

Con una spiegazione davvero singolare il ministro delle Imprese, al termine del trimestre anti-inflazione, aveva spiegato che “non è necessario prorogare questa misura straordinaria” perché “ha raggiunto l’obiettivo”. Ancora ieri Urso ha commentato i dati positivi sull’inflazione dicendo: “ Il carrello tricolore in tre mesi è riuscito a dare il suo contributo”. Non si è capito quale, in realtà. Perché i prezzi del “carrello della spesa” scendevano rapidamente prima del trimestre ursiano e sono continuati a scendere, più rapidamente, dopo.

Naturalmente un osservatore lucido, capace di distinguere tra correlazione e causalità, capisce facilmente che il “carrello” di Urso è stato del tutto ininfluente. Ma se ragionasse come Urso, ne dedurrebbe che il “carrello” del ministro ha rallentato la discesa dell’inflazione.

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali