L'analisi

Per Confartigianato servono risorse per finanziare gli investimenti nella transizione

"Siamo fortemente impegnati ad accompagnare gli artigiani e le piccole imprese verso la sostenibilità. Ma deve essere sostenibile! Ci vogliono risorse per finanziare gli investimenti nella transizione" dice il presidente Marco Granelli

Le normative dell’Unione europea sulla sostenibilità sono un passaggio obbligato, tuttavia comportano sfide significative, soprattutto per le piccole imprese che devono far fronte a una crescente mole di regolamenti. “Confartigianato – afferma il presidente Marco Granelli – è fortemente impegnata ad accompagnare gli artigiani e le piccole imprese verso la sostenibilità. Ma deve essere sostenibile! Ci vogliono risorse per finanziare gli investimenti nella transizione e un’applicazione proporzionale delle indicazioni europee rispetto alle classi d’impresa”.
 

Le norme Ue impattano in modo particolare sulle Mpi a causa della loro applicazione uniforme, che non tiene conto delle loro peculiari capacità operative e disponibilità finanziarie. L’approccio regolamentare europeo richiede la formalizzazione di processi aziendali per la prevenzione dei rischi in vari ambiti, dall’ambiente alla governance, e la sua complessità rappresenta un problema per le Mpi.
“Le regole – sottolinea Granelli – sono importanti per spingere l’innovazione nel sistema produttivo ma vanno affiancate da strumenti di sostegno, come il Next Generation Eu, al fine di agevolare gli investimenti delle aziende”. Granelli insiste anche sull’applicazione proporzionale delle normative rispetto alle dimensioni delle imprese. “Non è accettabile – spiega il presidente di Confartigianato – che una microimpresa debba rispettare gli stessi requisiti di una grande azienda con migliaia di dipendenti”.
 

Granelli critica l’approccio astratto della normativa europea, che spesso non tiene conto della realtà operativa delle piccole imprese. “Non si deve cedere – sottolinea il presidente di Confartigianato – a una tecnocrazia legata a un modello non praticato sul campo. Non si può immaginare che regole già di difficile applicazione per grandissime imprese possano essere implementate da realtà con pochissimi addetti. L’applicazione uniforme delle norme rischia di ostacolare le piccole imprese nel perseguire la sostenibilità”.
 

Le piccole imprese spesso adottano modalità informali per la gestione delle loro attività, modalità che non vengono adeguatamente riconosciute. Per esempio, una piccola impresa aderente a un consorzio fidi partecipa a un sistema mutualistico di gestione finanziaria, un atto di responsabilità sociale che spesso non viene considerato nei criteri di compliance. Per questo, secondo Confartigianato, la normativa europea in quest’ambito dovrebbe valorizzare forme di aggregazione comunemente praticate dalle piccole imprese.
 

Una soluzione per facilitare il rispetto delle normative potrebbe essere l’adozione di un diverso approccio, ad esempio nelle comunità locali, dove alcune responsabilità potrebbero essere gestite collettivamente. Le piccole imprese, infatti, non dispongono delle risorse per avere un responsabile dedicato alla sicurezza o alla gestione ambientale. Un responsabile di bacino che si occupi collettivamente di tali aspetti per un gruppo di imprese potrebbe rappresentare una valida soluzione.
 

Altro problema. Esonerare le piccole imprese da alcuni obblighi non è la soluzione corretta, poiché fanno parte delle catene globali del valore e sono comunque influenzate e condizionate dai criteri di sostenibilità applicati dalle grandi imprese committenti. “Essere sostenibili – sottolinea Granelli – è un’opportunità per mantenersi competitivi sul mercato e le micro e piccole imprese, affiancate da Confartigianato, ne stanno praticando i principi anche nelle catene globali del valore con l’adozione dei sistemi di certificazione. Su tutto, quindi, il principio da applicare nella regolamentazione europea è il principio di proporzionalità rispetto alle diverse dimensioni imprenditoriali”.