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Il caso

Fratelli d'Italia applica la Bolkestein sulle concessioni balneari. Ma a Jesolo

Maria Carla Sicilia

"In Veneto gli imprenditori non si piangono addosso, se c'è un problema cercano una soluzione e hanno usato gli strumenti che ci sono", dice al Foglio il sindaco Christofer De Zotti, che per l'avvio della stagione ha riassegnato i titoli per la gestione delle spiagge. Messaggi utili anche per Roma

Mentre Fratelli d’Italia continua la sua battaglia in Parlamento per evitare che le concessioni balneari vadano a gara, a Jesolo c’è un sindaco dello stesso partito che ha inaugurato la stagione estiva con la riassegnazione dei titoli per la gestione delle spiagge. Dal fare polemica Christofer De Zotti si guarda bene: “Quello locale e nazionale sono due piani diversi”, dice al Foglio il trentacinquenne sindaco dl comune veneto, che con le sue spiagge attrae ogni anno milioni di turisti. Sulle scelte di Via della Scrofa taglia corto: “FdI ha molte persone competenti che affrontano l’argomento con serietà”. Ma intanto in città una piccola rivoluzione s’è compiuta e porta la firma del partito di Giorgia Meloni. “Il sindaco amministra, dico solo questo”, commenta lui. La trafila è iniziata mesi fa, quando alcuni concessionari hanno presentato un’istanza di parte per tentare di ottenere la riassegnazione degli stabilimenti nel caos giuridico che si è creato. “In Veneto gli imprenditori non si piangono addosso, se c’è un problema cercano una soluzione e hanno usato gli strumenti che ci sono”, spiega De Zotti.
 

Su 16 unità minime di gestione, i lotti in cui è stato suddiviso il demanio marittimo, i concessionari uscenti ne hanno mantenuto otto. Su altre sei sono ancora in corso le comparazioni, mentre due sono state assegnate a nuovi concessionari. Tecnicamente il comune non ha bandito alcuna gara ma ha applicato una legge regionale del 2002 che prevede il rilascio di nuove concessioni ventennali a fronte di un piano di investimenti. “L’obiettivo è migliorare il servizio  perché la spiaggia non è del sindaco né dei singoli concessionari ma di chi la usa”,  continua De Zotti, che a valle della procedura può contare su 50 milioni di euro di investimenti sul territorio.
 

In Veneto sono diversi i comuni marittimi che stanno affrontando lo stesso percorso. “Le norme ci sono. Abbiamo rispettato quanto chiede l’Unione europea, seguendo le disposizioni del Consiglio di stato e del Tar. Una volta pubblicate le istanze in Gazzetta ufficiale i criteri per fare le comparazioni sono chiari e sulla base di quelli abbiamo svolto le opportune valutazioni”, spiega ancora il sindaco. Che respinge anche lo spauracchio delle multinazionali pronte a colonizzare le spiagge italiane, agitato proprio dai partiti che si oppongono alla Bolkestein. “Il business della spiaggia non è il business dei grandi capitali – sostiene – tant’è che le istanze di parte e quelle in concorrenza arrivano tutte da imprenditori locali impegnati nel turismo”. Compresa quella che ha fatto più discutere, vinta da una cordata di imprese formata dall’imprenditore Mario Moretti Polegato, proprietario della Geox che possiede anche un albergo a Jesolo, un noto gestore di stabilimenti balneari e una famiglia di albergatori di zona. “Non ci può essere alcun diritto di prelazione per i concessionari uscenti. Per affrontare questa fase dobbiamo spiegare ai balneari che devono restare uniti e guardare all’interesse generale, più che a quello dei singoli”. Un messaggio in bottiglia utile anche a Roma.

  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.