Ottimismo da capire

Gli incredibili numeri sul lavoro in Italia dicono qualcosa anche sul pil

Luciano Capone

Continua la crescita dell'occupazione: +84 mila ad aprile. Negli ultimi dodici mesi 516 mila occupati in più. Un mercato del lavoro così forte, anche nel secondo trimestre 2024, può indicare un'economia che cresce oltre le previsioni

La prima volta, o almeno la più celebre, che nel dibattito pubblico è apparsa la promessa di “un milione di posti di lavoro” è stata con Silvio Berlusconi nel 2001. Quell’obiettivo, sia dai critici che lo ritenevano una smargiassata sia dai sostenitori che lo vedevano come realistico, è sempre apparso un traguardo notevole. Eppure si trattava di un obiettivo di legislatura, cioè da raggiungere in cinque anni. Gli ultimi dati dell’Istat sul lavoro dicono che, in realtà, questo obiettivo l’Italia lo ha raggiunto in tempi molto più rapidi negli ultimi anni.

Ad aprile, secondo l’Istituto di statistica, gli occupati sono aumentati di 84 mila unità: un dato impressionante, perché proiettato su base annua vorrebbe dire esattamente “un milione di posti di lavoro”. Naturalmente è altamente improbabile mantenere questo trend per dodici mesi, ma in ogni caso rispetto ad aprile dell’anno scorso gli occupati secondo l’Istat sono 516 mila in più: mezzo milione, l’obiettivo berlusconiano di metà legislatura raggiunto in un anno. Quasi 24 milioni di occupati (23,97) e tasso di occupazione al 62,3%: record da quando esistono le serie storiche.

Insomma, il mercato del lavoro in Italia va molto bene, anche oltre le aspettative, seguendo un trend positivo partito dopo il Covid e che pare non volersi fermare. A giugno 2020, in piena pandemia e lockdown, l’occupazione era scesa a 22,7 milioni e ora è a 24 milioni: 1,3 milioni in più e 750 mila in più rispetto al 2019, prima della pandemia. A migliorare non è stato solo il numero, ma anche la qualità dei posti di lavoro visto che – solo per stare all’ultimo anno – gli occupati con contratti permanenti sono 444 mila in più, mentre quelli con contratti a termine sono 82 mila in meno (ci sono poi +154 mila indipendenti). La disoccupazione è scesa sotto il 7%, aumentano l’occupazione femminile (tallone d’Achille del mercato italiano) e quella giovanile, si abbassa il tasso d’inattività.

Non c’è, insomma, un solo dato negativo. L’andamento dell’occupazione pare essere in contrasto con quello del pil: mentre il mercato del lavoro è robusto, la crescita economica è flebile secondo molte previsioni. Da diversi mesi gli economisti, non solo in Italia, discutono di questo fenomeno e delle possibili cause. Un aumento dell’occupazione più forte della crescita del pil può indicare un calo della produttività, che non è certo una cosa positiva – soprattutto per un paese come l’Italia che ha una produttività ferma da decenni.

Una causa può essere stato lo choc energetico che, cambiando i prezzi relativi degli input di produzione, ha reso il fattore lavoro più conveniente rispetto al fattore energia, spingendo le aziende a cambiare i processi produttivi. Ma l’occupazione ha continuato a crescere anche mentre il prezzo dell’energia scendeva, tornando a livelli normali. Secondo alcuni critici una spiegazione è che l’aumento dell’occupazione è spinta da lavoro povero, precario e sottopagato. Ma questa ipotesi contrasta con il fatto che l’aumento occupazionale è avvenuto integralmente con contratti stabili e non “precari”.

In ogni caso, siccome un andamento divergente di occupazione e pil non è a lungo sostenibile, da qualche mese ci si attendeva una frenata o quantomeno un assestamento nel mercato del lavoro. E invece no, l’incremento continua, probabilmente spingendo anche il pil potenziale verso l’alto. Questo potrebbe indicare un’altra ipotesi: che la crescita del pil è sottostimata e che, anche nel 2024, potrebbe superare le previsioni.

Quando il governo nel Def ha indicato un +1% di pil per quest’anno, sembrava un’esagerazione. Che il Mef avesse gonfiato un po’ la crescita per far tornare i conti. In realtà, poi, altri osservatori hanno migliorato le previsioni per l’Italia: la Commissione Ue, ad esempio, le ha appena alzate da +0,7% a +0,9%. I dati sul pil del primo trimestre 2024 vanno nella stessa direzione: secondo l’Istat il pil è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, con una variazione acquisita per il 2024 dello 0,5%.

Il fatto che nel mese di aprile ci siano stati altri 85 mila occupati in più indica che anche nel secondo trimestre il pil può dare sorprese positive. Il più sollevato sarebbe il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha di fronte una manovra difficile con un aggiustamento fiscale inevitabile.

 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali