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Gli incentivi per le auto elettriche vanno a ruba. Anomalia di un successo
In meno di dieci ore sono stati rastrellati più di 201 milioni di euro: circa 27 mila autovetture. C'entrano anche le società di noleggio e i nuovi modelli disponibili. Il Mimit apre un'indagine
Il successo degli incentivi per autovetture elettriche – 201 milioni e rotti, rastrellati in meno di dieci ore – ha colto tutti di sorpresa. A cominciare dagli addetti ai lavori, che con le loro richieste di chiarimenti hanno spinto il Mimit, il ministero guidato da Adolfo Urso, ad avviare delle prime verifiche secondo cui i casi potenzialmente anomali si attesterebbero solo intorno al 5 per cento delle richieste. Anche i siti delle testate automobilistiche, dopo mesi di articoli ricchi di anticipazioni, non sono stati capaci di avvertire la corsa all’accaparramento: roba che non si vedeva dal buono bici e monopattini.
D’altra parte, negli scorsi anni ci eravamo abituati a vedere un esaurimento rapido degli incentivi per le auto non ricaricabili di qualsiasi alimentazione, purché con emissioni comprese tra 61 e 135 g di CO2 per km percorso e prezzo inferiore ai 42,7 mila euro. Anche ieri, in verità, lo sprint c’è stato – quasi 70 milioni in un giorno – ma la performance dei motori endotermici, che pure scontano un incentivo unitario modesto e la rottamazione obbligatoria, è stata offuscata dall’exploit elettrico. Che però va contestualizzato proprio in ragione delle novità introdotte dall’attesissima rimodulazione. Intanto, a prenotare l’incentivo stavolta non sono stati direttamente i consumatori, ma i concessionari/rivenditori, che hanno caricato gli ordini accumulati nelle settimane e probabilmente anche nei mesi scorsi.
Parte del successo è riconducibile proprio ai dettagliati annunci che si sono susseguiti già dalla fine dello scorso anno, spingendo chi poteva al posticipo dell’acquisto così da poter beneficiare di un aiuto più generoso. Gli incentivi infatti c’erano già da gennaio 2024, ma con importi unitari decisamente meno generosi: da 3 mila euro a un massimo di 5 mila in caso di rottamazione, contro quelli attuali che vanno da un minimo di 6 mila euro a un massimo di ben 11 mila in caso di rottamazione di un’auto euro 0, 1 o 2, incrementati fino a 13.750 euro qualora il beneficiario abbia un Isee inferiore a 30 mila euro. Utile e interessante sarà dunque sapere quanti incentivi saranno effettivamente andati a chi meno può permettersi una vettura elettrica.
Altra grande novità degli incentivi rimodulati con il Dpcm del 2 maggio – fondamentale per la spiegazione del successo – è l’inclusione delle persone giuridiche tra i beneficiari, anche tramite locazione finanziaria, con la sola eccezione di chi commercia autovetture. L’esclusione era iniziata nel 2022 e confermata nel 2023, quando erano avanzati rispettivamente più di 124 e 94 milioni sui 190 stanziati per le autovetture elettriche. Anche nel 2024, prima della rimodulazione, si procedeva piuttosto lentamente: almeno 172 milioni i fondi inutilizzati. Come avvenuto fino al 2021, peraltro con modesti risultati, sono stati dunque messi sullo stesso piano semplici consumatori e aziende, anche grandi con relative flotte, con capacità di spesa e ammortamento evidentemente diverse. La sensazione è che gli incentivi così rimodulati non siano stati tanto efficaci nello spingere la domanda dei privati. Per spegnere le polemiche il Mimit ha fatto sapere che solo il 38 per cento delle prenotazioni è stato effettuato da persone giuridiche, ma nella nota non ci sono riferimenti ai valori assoluti.
Altra novità rispetto agli anni precedenti è la circostanza che alcuni modelli di vetture ibride plug-in hanno potuto beneficiare dell’incentivo che viene comunemente considerato per le auto elettriche. Grazie agli sviluppi tecnologici anche alcune vetture alla spina sono rientrate nella fascia più incentivata, garantendo emissioni inferiori ai 20 g di CO2 per km percorso e un prezzo d’acquisto inferiore ai 42,7 mila euro.
A decretare il successo della misura, che ha l’obiettivo di introdurre nel parco circolante più auto con meno emissioni di C02, saranno tuttavia i dati delle immatricolazioni. Ma proprio in ragione della generosità dell’incentivo unitario per le elettriche sarà difficile attendersi miracoli. Ipotizzando un valore medio dell’incentivo erogato prossimo ai 7,5 mila euro, sarebbero incentivate meno di 27 mila auto. Una briciola rispetto alle 660 mila che servirebbe immatricolare ogni anno da qui al 2030 per centrare gli obiettivi del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima attualmente in vigore.