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l'intervista

Gozzi (Duferco) : “La Liguria non si può fermare. Le grandi opere vanno fatte. Troppo potere in mano ai pm”

Luca Roberto

Il presidente dell'azienda siderurgica (e capo di Federacciai): "Non si usi l'inchiesta come un alibi per far ripiombare la regione nella sua storica marginalità. Sono i cittadini, non i giudici a dover confermare la fiducia verso le amministrazioni"

Non può essere l’autorità giudiziaria a decidere sul destino di un’amministrazione. Sono i cittadini a dover valutare, al termine del mandato, se confermare o meno la fiducia. Altrimenti mettiamo nelle mani dei giudici un potere enorme”. Antonio Gozzi è presidente e ad del gruppo Duferco, oltre che di Federacciai. Ligure di Chiavari, osserva con preoccupazione i riflessi che l’inchiesta che ha coinvolto Giovanni Toti potrebbe avere sul cosiddetto modello Genova: “Il porto è stato decapitato. La regione è in mano a un vicepresidente. E’ chiaro che così si ferma tutto. Bisogna andare avanti, tenere duro”, dice Gozzi al Foglio. “Non è possibile che, dopo gli 8 miliardi di euro di investimenti fatti su Genova, d’un tratto la Liguria ripiombi nella sua storica marginalità”.

 

Secondo Gozzi, che da alcune settimane, dopo essersi ritirato dalla corsa, è entrato nell’ufficio di presidenza di Confindustria occupandosi di autonomia strategica europea, Piano Mattei e competitività, “sia Draghi e poi dopo Meloni hanno riconosciuto la rapidità e la legalità con cui è stato ricostruito il Ponte Morandi. Da qui, dalle nostre buone performance, abbiamo ottenuto altre risorse. Adesso ci sono due opere che sono essenziali da portare a termine”. Una è sicuramente la Diga Foranea, “da cui passa la vera e propria sopravvivenza della città”, dice Gozzi. L’altra è la Gronda, “che non è stata fatta prima per un totale immobilismo della politica. La debolezza delle amministrazioni ha inchiodato tutto. Se la si fosse realizzata per tempo arrivo a dire che forse ci saremmo pure evitati la tragedia del Ponte Morandi”. Non solo. Anche il completamento del Terzo valico avrà un impatto importante su una regione che, lo ripete più volte Gozzi nel corso di questo colloquio, “ha sempre teso alla marginalità. L’Italia si divide tra aree raggiunte dall’alta velocità e aree che, anche per motivi orografici, rimangono tagliate fuori, come la Liguria. Ecco perché queste grandi opere devono essere portate a termine: sono l’unico modo per restare agganciati a regioni che nel corso degli ultimi anni sono cresciute molto di più di noi”.

 

Dice sempre l’imprenditore ligure, proprietario anche della squadra di calcio "Virtus Entella", che queste indagini “possono fornire un alibi nei confronti di chi le responsabilità non se le vuole più prendere. Io sono sempre stato contrario alla deresponsabilizzazione della politica vissuta a partire dalla stagione di Mani pulite. E alla contemporanea responsabilizzazione della burocrazia, che però applica un principio di autotutela e rifugge la firma, finendo per bloccare tutto”. Questo anche perché il modello Genova, come riconosce ancora Gozzi, “ha avuto successo perché c’è stato un amministratore, il sindaco Bucci, che quelle responsabilità se le è prese. E in più è stato anche il successo delle procedure semplificate. Da imprenditore dico che le situazioni speciali non devono spaventare, possono essere applicate un po’ dovunque, perché le lungaggini spaventano. Fatto sempre salvo il principio che i furbi, chi delinque, va punito, non può farla franca. Ma ecco, non vorrei che delle tesi accusatorie, che devono ancora essere provate in un dibattimento, nel contraddittorio tra pm e difesa, possano servire da alibi per una specie di decrescita felice che mette in discussione la stagione straordinaria cominciata per far uscire Genova da una situazione di marginalità crescente. Tenete presente che la città viene da record negativi: ha perso più di 300 mila abitanti. Oltre che interi comparti industriali”. 

 

Il presidente del colosso Duferco insiste molto sul principio della responsabilità. “E qui a Genova c’è da riconoscere che la politica ha ricominciato ad assumerne in prima persona”. Adesso gli arresti, le intercettazioni, rischiano di far sì che tutto venga rimesso in discussione. Intanto però ieri la mozione di sfiducia nei confronti del presidente Giovanni Toti è stata respinta, con il voto compatto di tutta la maggioranza. E’ un segnale positivo per la richiesta di continuità amministrativa? “Non ho seguito e non mi permetto di commentare sul punto. Ribadisco solo, come ho già detto, che sul destino di un’amministrazione non devono esprimersi i giudici ma i cittadini”, risponde Gozzi. Qual è il futuro economico della regione, dopo questi rallentamenti giudiziari? “In passato si è sbagliato a credere che fossimo solo turismo e servizi. Io credo che possiamo recuperare terreno anche nell’industria. Questo perché abbiamo scoperto, con la digitalizzazione, che possiamo sopperire ai vincoli spaziali, che sono propri del nostro territorio”. Certo, troppo tempo da perdere non ce n’è. “Assolutamente”, ragiona ancora Gozzi col Foglio. “Vediamo come andrà l’inchiesta. Ma non possiamo tornare indietro, fermare lo sviluppo. Bisogna tenere duro”.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.