i negoziati con bruxelles

L'ok a Lufthansa può essere una svolta per Ita (e per i contribuenti)

Andrea Giuricin

Più forza sui voli intercontinentali e più competitività, un'opportunità per l'aeroporto di Fiumicino e meno debiti per lo stato italiano. Tutti i vantaggi del matrimonio tra l'ex Alitalia e la compagnia tedesca 

Il via libera, non ancora ufficiale, da parte della Commissione europea alla vendita del 41 per cento di Ita Airways a Lufthansa è sicuramente una buona notizia, sia per il governo Meloni che per i contribuenti italiani. La Commissione si era messa di traverso alla vendita da parte del ministero dell’Economia ponendo delle condizioni molte dure di acquisto per il gruppo tedesco. Una posizione che sembra essersi “affievolita” dopo le elezioni europee.

Che fosse una partita politica oltre che economica era una cosa abbastanza ovvia, anche perché alcune delle posizioni della Commissione europea erano molto forti e incomprensibili, specialmente quelle riguardanti i voli intercontinentali. Infatti, se la Direzione generale per la Concorrenza (Dg Comp) guidata dal commissario uscente Margrethe Vestager aveva posto  condizioni logiche sugli slot di Linate, da liberare in parte dopo l’unione tra le due compagnie o sugli slot per i voli a corto medio raggio dove Ita Airways e i vettori del gruppo Lufthansa si sarebbero trovati in monopolio, sul mercato intercontinentale non c’erano condizioni di mancanza di competizione.

L’Italia, anche per via della precedente debolezza di Alitalia, sulle cui ceneri è nata in discontinuità Ita, non aveva un operatore dominate sul mercato intercontinentale, tanto che la compagnia aveva solo circa il 10 per cento di questo segmento. Per i voli intercontinentali, una compagnia come Ita verrà rafforzata da Lufthansa e potrà così offrire maggiori voli diretti intercontinentali, potenziando questo mercato importante che negli ultimi anni si è sviluppato un po’ meno rispetto ai voli europei. Un partner industriale come Lufthansa porta ad avere una compagnia molto forte al proprio fianco, con il quale sarà possibile fare economie di scala e di network. 

Sia dal lato degli acquisti sia dal lato dei ricavi, si potranno avere benefici per Ita Airways che anche lo scorso anno ha faticato di fronte a una competizione sempre più grande e forte, anche perché in fase di start up. C’è da sottolineare che i dati del 2023 sono tra i migliori degli ultimi 20 anni della compagnia, considerando anche Alitalia, anche se vedono ancora una marginalità negativa.

La vendita quindi porta un vantaggio per i contribuenti italiani sia dal fatto che 325 milioni di euro dell’operatore tedesco arriveranno alle casse dello stato, sia perché ulteriori eventuali perdite saranno condivise con un partner privato. Per giunta il piano di Lufthansa è quello di fare sviluppare Ita  in Italia e di renderlo un vettore che possa fare profitti. Lo sviluppo di Ita Airways con il gruppo tedesco prevede una forte crescita su  Fiumicino, specialmente per i voli intercontinentali. L’hub di Roma Fiumicino, primo aeroporto italiano, dovrebbe  diventare sempre di più una porta d’ingresso per i mercati del Nord America, del Centro e Sud America e in futuro  anche per l’Africa.

La strategia di Lufthansa, nei suoi processi di acquisizione di diverse compagnie europee da Swiss fino a Austrian Airlines, è sempre stata quello di sviluppare i diversi hub regionali con una strategia che viene chiamata di multi-hub.

Un caso di business emblematico di questa politica industriale del vettore tedesco è quello di Swiss: grazie a questa struttura di multi-hub, Swiss è ora uno dei pochi vettori in Europa che continua ad avere una marginalità operativa superiore al 10 per cento (circa 14 punti sopra Ita nel 2023). In un mercato come quello italiano, che ha visto una forte crescita dalla liberalizzazione europea in poi e che anche nei primi quattro mesi dell’anno è cresciuto di un altro 10 per cento rispetto al 2019 (come dimostrano i dati di Assaeroporti), esiste uno spazio per Ita, soprattutto nel lungo raggio.

Certamente non sarà facile nemmeno per Lufthansa competere con le compagnie low cost, che hanno ormai acquisito una posizione di forza in Italia, specialmente  Ryanair. Ma una cosa è altrettanto sicura: sarà più facile per Ita svilupparsi e sopravvivere con Lufthansa che senza Lufthansa.
 

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