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Corsa ai Btp e Green deal, le due spine nel fianco delle assicurazioni

Mariarosaria Marchesano

"Il miglior contributo possibile a una crescita sostenibile sono la solidità e la stabilità del sistema finanziario. Il quadro normativo dovrebbe essere orientato a questo obiettivo più che a indirizzare l’allocazione delle risorse", ha detto il direttore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini 

Risolta la crisi di Eurovita, il sistema italiano delle assicurazioni è solido, ma ha due problemi da affrontare. Il primo è la concorrenza spietata che i titoli di stato fanno alle polizze vita. Nel 2023 le richieste  di riscatto anticipato di questi prodotti sono aumentate del 63 per cento, mentre la raccolta premi è diminuita del 3 per cento rispetto al 2022.  Il secondo problema è rappresentato dalla transizione ecologica che potrebbe indebolire la stabilità finanziaria delle compagnie assicurative.

Mentre il primo problema è abbastanza noto ed è lo stesso sperimentato dai fondi d’investimento, vale a dire la crescente concorrenza del Mef per attrarre il risparmio degli italiani, il secondo è un po’ la novità emersa dalla relazione annuale sull’attività dell’Ivass, l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni presieduto da Luigi Federico Signorini. 
L’Ivass è preoccupato per l’accordo raggiunto in aprile tra Consiglio e Parlamento europeo sulle nuove regole di vigilanza prudenziale (direttiva Solvency II), che suggeriscono alle assicurazioni un alleggerimento dei criteri prudenziali in modo da accrescere il loro ruolo nel finanziamento della transizione energetica e digitale nel supporti dell’economia. Insomma, è come se da Bruxelles dicessero ai gruppi del settore: accantonate meno risorse per la solidità patrimoniale e investite di più nel Green deal. Un approccio che lascia  perplesso Signorini: “Il miglior contributo possibile a una crescita sostenibile – ha detto il direttore generale della Banca d’Italia– sono la solidità e la stabilità del sistema finanziario; il quadro normativo dovrebbe essere orientato a questo obiettivo più che a indirizzare l’allocazione delle risorse”. 

Quello che intende sottolineare il presidente dell’Ivass, che sul tema della vigilanza opera sempre più a stretto contatto con la Banca d’Italia, è che le assicurazioni, anche quando svolgono il ruolo di investitori istituzionali, devono essere coerenti con la loro natura di “fornitori di protezione”. Il che vuol dire, per esempio, assicurare i rischi climatici, non diventare investitori attivi della transizione energetica, come sembrano auspicare le istituzioni europee. Si vedrà se e come le nuove regole saranno recepite in Italia e che cosa scaturirà dal confronto anche con gli altri paesi membri. 
Intanto, l’Ivass punta a sciogliere nel breve termine l’altro nodo, quello delle estinzioni anticipate dalle polizze vita. L’elevata inflazione e i tassi d’interesse alti sono stati un mix micidiale che ha incentivato il fenomeno. In un primo momento molte polizze sono state riscattate per far fronte al caro vita, ma poi la liquidità è cominciata a defluire sempre di più verso le emissioni di Btp Italia e Btp Valore. Signorini ha ricordato che il settore assicurativo non dispone di un fondo di risoluzione come succede per le banche. O, meglio, “un fondo assicurativo vita” è stato introdotto dalla legge di bilancio 2024, ma mancando le risorse è rimasto lettera morta. Così, l’unica alternativa, per l’Ivass, sarebbe  introdurre “correttivi strutturali”, che vuol dire far pagare ai risparmiatori penalità in caso di riscatto anticipato. Un correttivo che aiuterebbe le assicurazioni ma ostacolerebbe un obiettivo strategico del Mef guidato da Giancarlo Giorgetti. L’impressione è che su questo punto si aprirà un vivace dibattito.