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Esuberi in Borsa: il piano segreto per licenziare un terzo del personale. Parla Lando Sileoni (Fabi)
"Abbiamo ragione di credere che la francese Euronext stia lavorando a un piano industriale che prevede un cospicuo taglio forse un terzo, dell’attuale forza lavoro", dice il capo del più grande sindacato dei bancari. Una bella grana per il ministro per le Imprese Adolfo Urso
Euronext ha un piano segreto per ristrutturare la Borsa italiana e licenziare 200 dei 600 attuali dipendenti? Da Palazzo Mezzanotte smentiscono categoricamente, ma il capo della Fabi, il più grande sindacato dei bancari, Lando Maria Sileoni, conferma al Foglio che questo rischio esiste. “Abbiamo ragione di credere – afferma – che la società che controlla il mercato dei capitali in Italia, vale a dire la francese Euronext, stia lavorando a un piano industriale che prevede un cospicuo numero di esuberi, forse un terzo, dell’attuale forza lavoro. Ma se hanno questa intenzione dovranno confrontarsi con i sindacati, come fanno tutte le istituzioni bancarie del paese, per individuare le soluzioni più appropriate”.
Le dichiarazioni di Sileoni sono una sorpresa nel giorno del primo sciopero dei lavoratori di Borsa italiana, che in un primo momento è stato motivato con i disagi legati all’organizzazione del lavoro, al mancato rinnovo del contratto e con una generica preoccupazione per la tenuta dei livelli occupazionali e il progressivo trasferimento di funzioni da Milano a Parigi. Nelle ultime ore, però, qualcosa è cambiato come si percepisce anche dall’appoggio che il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha dato all’iniziativa dello sciopero. Evidentemente, i timori dei sindacati che la capogruppo si prepari a mettere in campo una riorganizzazione con tagli del personale sta trovando conferma in alcuni segnali che arrivano direttamente da Parigi, secondo quanto spiega il capo della Fabi.
“Quello che Euronext deve sapere – prosegue – è che in Italia i piani di esubero delle banche vengono gestiti senza ricadute sociali grazie a un fondo di solidarietà, un paracadute che i dipendenti di Borsa italiana non hanno pur essendo tutti assunti con contratto bancario. Se non c’è un’intesa sindacale, la vertenza finirebbe direttamente sul tavolo del governo”. Insomma, quella che potrebbe scoppiare è una vertenza assolutamente inedita per l’Italia e che, per ovvie ragioni di rapporti diplomatici con la Francia, sarebbe una bella gatta da pelare per il Mimit guidato da Adolfo Urso.