(foto di Gilley Aguilar su Unsplash)

la norma sulle abitazioni

Il dl Casa visto da Londra. La lezione inglese sui micro appartamenti

Mariarosaria Marchesano

In Italia funzionerà la misura voluta da Salvini? "Quello che si sta facendo è sorprendente oltre che rischioso, il Regno Unito ha già fatto l’esperienza della deregulation sulle abitazioni e ha dovuto fare marcia indietro", dice Pandolfi (Logic Planning)

Senza il mini alloggio di Borough Market, il Diario di Bridget Jones non sarebbe stato lo stesso, soprattutto per la scena epica della scazzottata tra i due contendenti di Bridget, Mark e Daniel, al secolo Colin Firth e Hugh Grant. Le case dei single, si sa, sono sempre state molto piccole e anche quelle delle coppie di giovani, soprattutto se amanti del centro città. Un’intera filmografia anglosassone ci tramanda un’immagine affascinante e romantica di queste dimore con tavoli che si chiudono quando si aprono l’armadio o il letto. Ma qual è il limite? Ebbene, a Londra, da sempre capitale dei mini appartamenti, e lo stesso  vale per tutta l’Inghilterra, la soglia minima di abitabilità è  37 metri quadrati per una sola persona e  50 metri per due. 

 

In Italia sta per essere approvata dal Parlamento una legge, su cui il governo Meloni ha posto la fiducia, che riduce tale soglia a 20 metri per una persona e a 28 metri per due. E questo non solo per sanare situazioni preesistenti, ma anche per le nuove costruzioni. Funzionerà? “Francamente quello che si sta facendo in Italia è sorprendente oltre che rischioso, il Regno Unito ha già fatto l’esperienza della deregulation sulle abitazioni e ha dovuto fare marcia indietro”, dice al Foglio Lorenzo Pandolfi, direttore dello studio di consulenza urbanistica Logic Planning e autore della newsletter Real Estate, un osservatorio delle nuove tendenze immobiliari della City. Pandolfi vive e lavora a Londra da diversi anni e i suoi clienti sono investitori, anche internazionali, per conto dei quali negozia con le autorità locali i permessi per costruire, ristrutturare o riconvertire gli immobili. “Dopo diversi anni di assenza di standard minimi gli eclatanti casi di sovraffollamento hanno spinto la politica inglese a introdurre i cosiddetti space standard, che non sono una legge ma una guidance, che, però, tutti rispettano”. A volere l’edilizia completamente libera – senza standard minimi – fu nel 2013 il governo Cameron, una coalizione di conservatori e liberali, per facilitare la conversione di uffici in residenze. La cosa prese piede, ma è stata stoppata dopo alcuni anni dal secondo esecutivo di Boris Johnson, pure lui conservatore, dopo che l’opinione pubblica si è ribellata all’ondata  speculativa con abitazioni talmente piccole e a prezzi non sempre così contenuti. E’ stato Johnson a introdurre nel 2021 le soglie minime 37-50 mq. 

 

Qual è il rischio dei 20-28 metri italiani? “Diciamo che un bravo architetto potrebbe rendere efficiente e confortevole anche una casa così mini – prosegue Pandolfi – ma una metratura inferiore agli standard inglesi, dove fare profitti con gli immobili è la cosa più normale del mondo, direi che è  preoccupante. Sarà inevitabile che qualcuno se ne approfitti, senza così dare una risposta adeguata al fabbisogno abitativo a prezzi calmierati”. 
Eppure, il nuovo governo laburista di Starmer punta proprio sull’edificazione di nuove case per stimolare l’economia. E la neo cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, ha coniato lo slogan “Get Britain building again” che sta facendo sognare costruttori e tutta la comunità finanziaria londinese. Forse in Italia si vuole fare la stessa cosa. “Non saprei, ma la Gran Bretagna sarà ricostruita secondo le regole del Permitted Development Rights di cui fanno parte i prescribed space standard, cioè le soglie minime delle abitazioni di cui parlavo prima. Eccezioni se ne prevedono solo in pochi casi”. Quali? “Qui funziona così: i costruttori contrattano con le autorità locali i permessi in base a una serie di parametri. Non c’è una legge fissa e infatti il mio lavoro consiste proprio in questa negoziazione. E posso assicurare che oggi in Inghilterra, per poter mettere sul mercato case sotto i 37 metri quadrati,  bisogna offrire ai comuni molto in cambio, per esempio garantire una cospicua quota di alloggi a persone svantaggiate e disabili, a prezzi realmente calmierati”. 

 

Al di là di quali siano i metri quadrati minimi per definire una casa come tale, c’è da domandarsi quale sarà l’impatto del dl Casa, fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini, sul fabbisogno abitativo che in Italia è in forte crescita nelle aree urbane. “Il dl Casa non darà una risposta alle famiglie, anche se servirà a vivacizzare un po’ l’offerta residenziale”, dice al Foglio, Marco Marcatili, economista di Nomisma. “I mini appartamenti, infatti, sono molto più adatti a persone singole, giovani ma spesso anche anziani, che ormai rappresentano il 50 per cento della popolazione, che a coppie e a nuclei con i figli, categorie che non a caso sono spinte fuori dalle città. Quello che manca è una politica abitativa che sia in grado di incrementare l’offerta dove c’è più bisogno, cioè nelle aree in crescita dal punto di vista demografico. E poi non sono così convinto che i proprietari di immobili saranno così disponibili a mettere sul mercato piccole unità da affittare a uso abitativo, quando lo fanno preferiscono guadagnare con gli Airbnb”.

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