Eterni ritorni

Il caso Vado Ligure è l'ennesimo flop dell'internazionale Nimby

Jacopo Giliberto

Tra Vado e Savona con la nave rigassificatrice si ripete, in fotocopia, la commedia dei terrori che era andata in scena due anni fa a Piombino: marce di protesta, assemblee popolari, lenzuoli “no gnl” scritti con la bomboletta di vernice e appesi ai terrazzini. Alcune previsioni

Vado Ligure, ci risiamo. Tra Vado e Savona con la nave rigassificatrice si ripete, in fotocopia, la commedia dei terrori che era andata in scena due anni fa a Piombino. A Piombino (Livorno) ci sono le acciaierie abbandonate, la vecchia e disutile centrale a olio combustibile di Torre del Sale; c’è l’area perimetrata di 931 ettari del sito contaminato di interesse nazionale. Un paio di anni fa molti piombinesi avevano detto che se la Snam avesse ormeggiato la nave rigassificatrice Golar Tundra alla banchina più remota del porto sarebbe stato devastato il loro territorio vocato per il turismo culturale e per l’agricoltura di qualità. Marce di protesta, il sindaco imbufalito, i comitati nimby in piena attività, catene umane, lenzuoli “no gnl” scritti con la bomboletta di vernice e appesi ai terrazzini. Oggi quella nave laggiù in fondo alla darsena nord, ormeggiata alla banchina est, non è bella, anzi è bruttarella, e non è una manna per l’ecologia, ma almeno a Piombino nessuno fa più caso e le rilevazioni ecologiche dimostrano zero anomalie all’ambiente. Spostiamo a Vado Ligure (Savona) e al giorno d’oggi la stessa nave di Piombino, come da accordi.
 

Fra un paio d’anni quella stessa nave Golar Tundra ora a Piombino lascerà l’ormeggio in Toscana e con il nuovo nome Italis Lng sarà ancorata a 3 chilometri al largo di Savona e Vado Ligure di fronte allo stabilimento di produzione di locomotive, davanti alla centrale termoelettrica, allineata al largo con l’area Charlie dove le petroliere ormeggiano alla fonda, di fronte agli stabilimenti di produzione dei lubrificanti e al deposito petrolifero. Stando ai comitati locali del no, anche questa volta, come due anni fa a Piombino, a Vado Ligure e Savona la nave devasterà un territorio vocato per il turismo culturale e per l’agricoltura di qualità. Marce di protesta, assemblee popolari, i comitati nimby in piena attività, lenzuoli “no gnl” scritti con la bomboletta di vernice e appesi ai terrazzini. Sabato 27 luglio a Vado e Savona ci sarà una catena umana. Il volantino che sollecita i cittadini alla protesta di sabato minaccia: quella nave rigassificatrice quando sarà ancorata al largo di Vado è un “pericolo grave di cui nessuno parla”, poi “fine di Savona come località turistica”, e ancora “danni pazzeschi all’ambiente marino”, e ancora “distruzione di terreni” e infine “soprattutto: non serve a niente”.
 

Dicono un disastro per il turismo; dicono una catastrofe se una tempesta colpisse la nave rigassificatrice. E poi la cloratura dell’acqua, “migliaia di litri di candeggina”. Sì, per evitare che nelle condotte di presa dell’acqua di mare proliferino alghe, muschi e molluschi si usa ipoclorito di sodio che allo scarico in acqua è stato misurato disciolto a concentrazioni omeopatiche dello 0,00002% come l’acqua potabile dell’acquedotto. Non a caso a Piombino il Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata di Livorno conduce campagne periotiche di analisi in 30 punti e in un anno non hanno ancora trovato alcuna anomalia. Zero. Come se la nave non ci fosse. È la più classica dinamica nimby: poiché il cambiamento non è amato allora vengono addotte spiegazioni ambientali drammatiche. Un esercizio rapido nella memoria nimby.
 

Sette anni fa Sabina Guzzanti affermò che l’origine della strage fra gli olivi pugliesi era la lobby del metano e che “per far passare un gasdotto di 8 chilometri e spostare 200 ulivi ci sarebbe stato un complotto che fa seccare milioni di piante e che ha prodotto una crisi internazionale che coinvolge tutta l'Europa e il Mediterraneo”. Un altro caso. Era l’8 novembre 2007 quando l’allora ministro dello Sviluppo economico, Bersani, contestò alla Camera una diceria farlocca che girava nei meetup cinquestellini contro un’altra nave rigassificatrice, la Golar Frost al largo di Livorno: ”Rischia di crollare la torre di Pisa. Non lasciamo circolare voci di questo genere!” esclamò Bersani indignato dalla calunnia catastrofista. La nave al largo di Livorno da 11 anni serve fedelmente la patria, rifornendoci di metano. È la diceria del rigassificatore.

Di più su questi argomenti: