Lollobrigida, il disastro della peste suina e la lezione sarda

Luciano Capone

La Psa avanza, l'Europa ha bocciato l'Italia, il governo non ha una strategia. Eppure la Sardegna ha dimostrato come si può debellare il virus, perché non usare quell'esperienza? Parla Pigliaru

La situazione della peste suina africana (Psa) in Italia non è grave, è peggio. Il virus continua a espandersi, propagato dai cinghiali lungo l’Appennino, nuovi focolai spuntano fuori in diverse regioni. L’Europa, dopo una missione degli esperti di EuVet, ha stroncato l’Italia: manca un coordinamento a livello nazionale, le misure sono in ritardo e i fondi sono scarsi.

Il Commissario straordinario alla Psa, che non ha fatto praticamente nulla, si è dimesso (con le congratulazioni del ministro Lollobrigida). Eppure siamo di fronte alla più devastante malattia dei suini, che ha già provocato l’abbattimento di decine di migliaia di capi senza contenere l’epidemia. A rischio c’è un settore importante dell’economia, il meglio del made in Italy agroalimentare, che si vede bloccare l’export. Come se non bastasse, l’estate è la stagione del picco dei contagi. Un disastro frutto di disorganizzazione e incompetenza.

Eppure, sul tema l’Italia ha un’importante esperienza, quella della Sardegna che ha debellato la Psa. La Sardegna ha avuto la peste suina per 40 anni, unica regione in Italia. Il problema sembrava impossibile da risolvere. Con una strategia seria, tra il 2015 e il 2019, il virus è stato debellato: in quattro anni si è fatto quello che non si era fatto in quaranta.

Chiediamo a Francesco Pigliaru, economista e presidente della regione con il centrosinistra dal 2014 al 2019, come ha fatto. “Nel passato erano state tentate diverse politiche, ma mai una strategia chiara che nel caso della Sardegna implicava un intervento molto duro nei confronti del pascolo brado”, spiega Pigliaru.

Il pascolo brado dei maiali, che era il principale serbatoio del virus, era molto radicato nella tradizione sarda. “Politicamente era molto difficile attuare una politica radicale, perché faceva perdere consensi. Ma non c’erano alternative”, dice Pigliaru. E quindi? “Abbiamo costituito un team di esperti, studiato il caso dell’Extremadura in Spagna dove è diffuso il pascolo semi-brado e che aveva avuto successo nel contrasto al virus. Soprattutto, abbiamo messo la struttura tecnica a stretto contatto con la presidenza, in coordinamento con la polizia, la prefettura e le associazioni dei cacciatori, che sono state importantissime per monitorare il territorio”.

Sembra un piano di guerra. “Per gli abbattimenti si procedeva con dei blitz. Per questo abbiamo accentrato il processo decisionale,  perché per i sindaci era politicamente difficile attuare interventi così impopolari. Poi, da un lato abbiamo investito sugli  incentivi a chi voleva mettersi in regola e collaborare, dall’altro massima severità con chi non si metteva sui binari della legalità”.

Bastone e carota. “Con il dialogo e dopo i primi risultati, il clima è cambiato. Per ispirare fiducia servono  strategia, coerenza e credibilità”. Se dovesse dare un consiglio al governo? “Scegliete i migliori, chiamate Laddomada”, conclude Pigliaru.

E chi è Laddomada? In sintesi, è uno dei massimi esperti europei di peste suina, se ne occupa da 45 anni. Ha lavorato per quasi 20 anni alla Commissione europea su questi temi ed è da lì che Pigliaru lo chiamò per risolvere il problema della Psa in Sardegna. Da allora lo chiamano in giro per il mondo a spiegare il case study sardo.

Chiamiamolo. Prof. Laddomada, com’è la situazione? “La Psa è una malattia devastante, difficile da affrontare. Non abbiamo vaccini, ormai è un problema terribile in tutto il mondo”. Ma sul continente è più semplice o complesso rispetto all’isola? “Sulla penisola è più complicato. Anche se alcune ricette sono valide dappertutto, bisogna studiare l’epidemia nell’ambiente specifico e vedere come si comporta nei dettagli. A livello scientifico serve un team multidisciplinare, mentre a livello politico un coordinamento centrale che superi gli enti locali. Insomma, serve una strategia nazionale”. Niente di quello che è stato fatto finora. Prof. Laddomada, ma a lei l’hanno mai contattata? “No”. Risposta secca. 

A settembre la Commissione europea dovrebbe togliere le ultime misure restrittive alla Sardegna. Per quarant’anni è stata l’unica regione italiana infetta dalla peste suina, il tragico paradosso è che presto potrebbe essere l’unica immune. Il governo faccia presto. Chiami Laddomada.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali