Gli scacchi presi con filosofia
Se negli scacchi i record sono degli junior l'Italia si consola con i senior
A 13 anni, il turco Erdogmus è a un punto dai 2600 elo. Già il più giovane grande maestro in attività, punta a battere il primato di Wey Yi. Intanto, l'Italia brilla ai Mondiali over 50 con un argento e due ori individuali
Il record di cui si parla questa settimana è quello del tredicenne turco Yagiz Erdogmus. Non l’ha ancora stabilito, ma dopo un torneo in grande spolvero gli manca un punto per raggiungere quota 2600 punti elo: di tempo tuttavia ne ha, visto che il primato appartiene a Wey Yi, che raggiunse quota 2600 a 14 anni e quattro mesi, per divenire in seguito ed essere tuttora un habitué del vertice mondiale. Intanto, come segnala sul Guardian Leonard Barden, in vista del record e di chissà quali futuri traguardi, Erdogmus è già il più giovane grande maestro in attività, e in tutta la storia degli scacchi solo tre han fatto meglio di lui.
Con gli scacchi va così: stiamo continuamente a segnalare nuovi primati, e il più giovane di qui e il più giovane di là. Quando, qualche settimana fa, l’argentino Faustino Oro ha battuto Magnus Carlsen la notizia ha fatto il giro del mondo: d’accordo, era una partita online, cadenza bullet, una di quelle partite da un minuto di riflessione soltanto, una follia che avvicina molto gli scacchi alla pallina di un flipper, ma Faustino ha solo 10 anni, è poco più di un bimbetto, e il risultato non poteva non destare scalpore.
Ma i vecchietti? Non s’è sempre detto che per tenere la mente allenata, per prevenire il decadimento intellettuale, gli scacchi sono salutari, salutari soprattutto per i più anziani, dunque? Ma che fine fa tutta questa salute quando ti trovi davanti questi ragazzini terribili, che ti infliggono sonore sconfitte alla scacchiera, fregandosene di età, esperienza, conoscenza, palmarès? L’unica è riservare i tornei agli over, ed è il destino di quasi tutti gli sport. Così, mentre ai giochi olimpici si discute e ci si accapiglia sul maschile e sul femminile, qui ci si preoccupa dello junior e del senior, e dell’infantilizzazione, non so se del mondo intero (questo lo dicono certi sociologi della cultura) perlomeno di molte discipline sportive.
A proposito di over, però (perché era qui che volevo arrivare), l’Italia si è presa in luglio la soddisfazione di una bella medaglia d’argento ai mondiali per ultracinquantenni, tenutisi in luglio a Cracovia (mentre la squadra degli over 65 è arrivata quinta): David, Bellia, D’Amore, Ortega e Godena i nomi dei giocatori. Michele Godena (over 50) e Ivano Ceschia (over 65) han vinto inoltre la medaglia d’oro individuale in seconda e in quinta scacchiera. Non voglio dire certo con questo che l’Italia è un paese per vecchi, ma che i seniores sono una risorsa per l’Italia, beh: quello sì.
La partita: GODENA-GUIDO, Salonicco 1988
Il Bianco muove e vince
tra debito e crescita