tra sport ed economia
Lezioni da Parigi per fondere spettacolo e innovazione a Milano-Cortina 2026
Per non disperdere l'esempio parigino, dalle infrastrutture al turismo, la parola d’ordine delle nostre olimpiadi sarà: fare sistema (non sarà facile)
Se Parigi avesse la Madonnina al posto della Tour Eiffel, con le Drei Zinnen troneggianti su Montmartre, non sarebbe forse una piccola Milano-Cortina? Facendo un primo bilancio delle Olimpiadi parigine appena concluse, è opportuno trarre alcune lezioni organizzative, economiche e perfino politiche per il paese responsabile del prossimo grande evento olimpico mondiale, che sarà tra poco più di 540 giorni e non si terrà a Las Vegas, ma tra la Darsena e le Dolomiti.
L’Italia è chiamata a offrire una prova di eccellenza sul palcoscenico globale, dimostrando di essere all’altezza del livello di spettacolarità, innovazione ed efficacia viste a Parigi, nonostante coloro che avrebbe davvero preferito vedere una Senna di acque avvelenate, non da batteri organici bensì da fake news fabbricate ad arte da regimi senza scrupoli e rilanciate da tanti utili idioti. I legittimi dubbi sulla reale capacità del paese di essere all’altezza della sfida vanno quindi fugati subito, su almeno tre fronti: le infrastrutture, sportive e logistiche; le tecnologie per la comunicazione e l’organizzazione; gli effetti sull’immagine turistica nazionale e alpina in particolare.
Infrastrutture. Mentre Parigi 2024 lascia un’eredità tangibile in termini di infrastrutture sostenibili e riqualificazione urbana, come l’intervento a Seine-Saint-Denis, una delle aree più povere di Parigi, l’edizione invernale del 2026 si concentra su un modello diffuso, coinvolgendo più località e istituzioni locali: oltre Milano a Cortina, gli eventi si svolgeranno a Verona, Bormio, Livigno, Anterselva, Predazzo, Tesero. Questo modello comporta sfide logistiche significative, soprattutto in termini di gestione e coordinamento, ma è una scelta coraggiosa e giusta, perché l’Italia è un luogo fatto di infinite diversità e sfumature locali, che meritano di essere valorizzate. La regia strategica dovrà evitare una spartizione cencelliana di ruoli tra istituzioni locali, sfruttando l’occasione di promozione della varietà e delle peculiarità distintive dei luoghi coinvolti.
Tecnologie. Parigi 2024 ha stabilito nuovi standard nella copertura digitale degli eventi sportivi. La produzione di contenuti ha raggiunto livelli record, con oltre 11.000 ore di trasmissione, un aumento del 15,8 per cento rispetto a Tokyo 2020. Questa espansione ha incluso innovazioni come gli effetti digitali stroboscopici per documentare i dettagli delle performance atletiche e nuove grafiche dinamiche basate sui dati per immergere gli spettatori in una narrazione più coinvolgente. Anche l’approccio di Milano-Cortina 2026 dovrà essere caratterizzato da un’elevata digitalizzazione e innovazione. Un focus particolare andrà dedicato all’esperienza dei fan, che sarà arricchita attraverso piattaforme digitali interattive per contenuti personalizzati, statistiche in tempo reale e la possibilità di seguire gli eventi in diretta su più dispositivi, tour virtuali dei siti olimpici e interazioni social attraverso realtà aumentata. Si dovrà lavorare, come ha già fatto Parigi, per l’integrazione di tecnologie IoT (Internet of Things) e Big Data per monitorare e gestire l’afflusso di spettatori, garantire la sicurezza e ottimizzare l’esperienza complessiva, utilizzando algoritmi predittivi di intelligenza artificiale per ottimizzare i percorsi e minimizzare l’impatto ambientale e garantire la sicurezza. In un paese tuttora arretrato in termini di innovazione, e facendo rapidamente chiarezza sull’indagine che riguarda proprio presunte irregolarità sugli appalti digitali, le tecnologie pensate per Milano-Cortina 2026 dovranno essere scalabili e replicabili, producendo effetti di lungo periodo in tutto il resto del paese, in questo supportate dal progetto “Legacy”, che vede impegnati partner privati per mappare le competenze professionali e i contributi sul fronte del capitale umano che rimarranno in eredità al paese.
Turismo. Sfruttando la visibilità globale che offre il palcoscenico olimpico, va definito il corretto posizionamento strategico dell’immagine del paese e dei territori coinvolti, per evitare indesiderabili effetti da overtourism, specie in ambienti naturali fragili come le Dolomiti, patrimonio Unesco. La promozione turistica dovrà concentrarsi su pratiche sostenibili e messaggi educativi, coinvolgendo le comunità locali e valorizzando il patrimonio naturale senza comprometterlo, così da distribuire i flussi turistici in modo equilibrato su tutto il territorio e cogliendo l’opportunità per la realizzazione di reti di trasporto condiviso efficienti e a basse emissioni, come sistemi di mobilità elettrica o impianti di risalita alimentati da energie rinnovabili. Anche l’uso di tecnologie digitali per il monitoraggio dei flussi turistici sarà essenziale. Attraverso l’analisi dei dati in tempo reale, le autorità possono gestire meglio i picchi di afflusso, reindirizzare i visitatori verso aree meno congestionate e attuare misure di protezione quando necessario. Adottare queste strategie permetterà di valorizzare le Dolomiti come destinazione di eccellenza, promuovendo un turismo che sia sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 possono diventare un modello di come grandi eventi sportivi possano coesistere con la conservazione del patrimonio naturale, offrendo al contempo un’opportunità per esplorare e valorizzare la varietà e la bellezza del territorio alpino italiano.
Infine: basteranno le risorse allocate, dopo che la Russia mise sul piatto la cifra folle di 51 miliardi di dollari per rifarsi un’immagine ai giochi di Soci 2014, la Corea del sud investì circa 13 miliardi nel 2018 e la Cina spese circa 4 miliardi nel 2022, sfruttando però in gran parte i 40 miliardi già allocati per le olimpiadi estive del 2008? L’Italia proverà a fare le nozze sportive globali con i fichi secchi di 2,9 miliardi finora assegnati a Milano-Cortina 2026, e c’è da augurarsi che ci riesca. Numeri alla mano, la grandeur olimpica francese ha pagato, pur con un budget di circa 10 miliardi, relativamente contenuto rispetto alla media delle olimpiadi estive. E’ doveroso attendersi che tutti gli attori del paese, e soprattutto la politica, mettano da parte provincialismi bacchettoni e grettezze nazionaliste velleitarie. Finché il livello del dibattito politico è quello messo in mostra con i commenti alle olimpiadi parigine, è lecito dubitarne.
tra debito e crescita