Letture

Da "Star Wars" arriva una gran lezione sulla libera scelta (che va allenata)

Carlo Marsonet

"Il mondo secondo Star Wars" (Egea) di Cass R. Sunstein si cimenta in un saggio che esplora le radici filosofiche della nostra libertà di scelta attraverso le avventure di George Lucas. Ma non solo: all'interno anche rapporto tra padre e quello tra democrazia e potere

L’estate, si dice, non concilia letture impegnative. Il caldo certamente non aiuta, ma questo non significa spegnere il cervello. Si può infatti trovare il modo di leggere qualcosa di piacevole, engagé e non troppo lungo allo stesso tempo. L’anno scorso era toccato a un libro esile, ma dal contenuto spesso, Nudge. Una spinta poco gentile? (Ibl Libri). Ora è il turno de Il mondo secondo Star Wars (Egea). Il caso vuole che l’autore, Cass R. Sunstein, sia proprio l’oggetto critico del libro sul “paternalismo libertario” di Sergio Di Filippo. La cosa curiosa, per certi aspetti, è che Sunstein in questo volume si cimenta con la classica saga di “Guerre stellari” ponendo enfasi, com’è giusto che sia, sulla libertà di scelta quando in realtà è ormai noto per la sua (e di Richard H. Thaler) teoria di una ben poco libera scelta manipolata dall’alto. L’idea che, in sostanza, l’individuo debba essere messo nelle condizioni migliori – in base a quali criteri? E chi li stabilisce, soprattutto? – per effettuare scelte in piena razionalità.
 

Nella saga di Star Wars, che Sunstein efficacemente descrive come “un granello di sabbia che contiene un mondo” – una definizione che ricorda quanto Giovanni Orsina disse una volta de La democrazia in America di Alexis de Tocqueville – l’autore analizza sinteticamente molti dei dilemmi che emergono dalla storia di George Lucas: dal cruciale tema della libertà di scelta, la quale riguarda anche la scelta più radicale ovvero quella tra Bene e Male, alla possibilità sempre presente della redenzione individuale, al rapporto complesso tra padre e figlio, per giungere a quello tra democrazia e potere. In realtà, come nota lui stesso, Star Wars non costituisce un programma politico, un trattato filosofico o, ancora, l’esposizione di una religione. È molto semplicemente un classico che, come tale, contiene innumerevoli spunti di riflessione. Sunstein ripercorre un po’ la storia della saga così come ricorda che all’inizio fossero scettici (eufemismo) della buona riuscita del film gli stessi attori. Offre poi numerose interpretazioni del suo significato. Le lasciamo ai lettori. Quel che è importante sottolineare è invece il tema della libertà. Forse il messaggio più significativo è proprio questo: c’è sempre la libertà di scegliere. Una libertà che, ovviamente, richiede un grande e paziente tirocinio. E che rimane pur sempre un anelito insopprimibile. Anche se non per tutti, come dimostrano le molte vesti con cui la tirannia si presenta.
 

C’è poi la lotta tra Bene e Male, forse rappresentata in maniera troppo manichea. Eppure, ricorda Sunstein, siamo chiamati noi tutti e quotidianamente a compiere scelte morali: se lasciarsi sedurre dalla via più facile, o scegliere la strada più impervia e faticosa. La prima è quella del potere che vuole comandare gli altri, la seconda quella della libertà che porta all’autogoverno. Il futuro rimane aperto, e dipende dalle nostre scelte. Non ci si può tirare indietro: “Fare o non fare, non c’è provare”, diceva Yoda.

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