Foto Ansa

l'annuncio

Crisi Volkswagen: per la prima volta potrebbe chiudere uno stabilimento in Germania

Maria Carla Sicilia

La casa automobilistica tedesca sta studiando un piano di risparmio che potrebbe coinvolgere un impianto di produzione di veicoli e di componenti. Pesano gli investimenti sulle auto elettriche che non ripagano nelle vendite. Sindacati pronti allo scontro 

Dopo lo scossone politico del voto in Turingia e Sassonia, la Germania si ritrova a gestire un altro potenziale scossone, questa volta economico. Per la prima volta da quando è stata fondata, 87 anni fa, Volkswagen sta valutando di chiudere un impianto di produzione di automobili e di componenti nel paese. La notizia, riportata da Bloomberg e poi anche da Handelsblatt e Bild, sarebbe emersa nel corso di un consiglio direttivo guidato dal ceo Oliver Blume oggi. Secondo Bloomberg, potrebbe anche essere messo in discussione il patto di salvaguardia dei posti di lavoro fino al 2029 siglato con i sindacati. In Germania i dipendenti di Volkswagen sono circa 300 mila. Il piano di risparmio dovrebbe avere un valore di circa 5 miliardi di euro, scrive Bild, e ben rappresenta le difficoltà industriali che attraversa l'industria automotive europea, in particolare in Germania. 

“Il contesto economico è nuovamente peggiorato e nuovi fornitori si stanno affacciando in Europa", ha detto Oliver Blume, secondo quanto riporta Bloomberg. "È soprattutto la Germania a restare ancora più indietro in termini di competitività. Come azienda noi ora dobbiamo agire in modo coerente con questo ambiente”, ha aggiunto il ceo di Volkswagen e amministratore delegato di Porsche. L'anno scorso l'azienda ha prodotto circa 9 milioni di veicoli, rispetto a una capacità totale di 14 milioni di unità.

Sugli utili in calo impattano gli investimenti sull'auto elettrica, le cui vendite stentano a decollare in tutta Europa. In Germania in particolare, rispetto a un anno fa, nei primi sette mesi del 2024 sono diminuite del 20 per cento. Anche per compensare questi numeri, la casa di Wolfsburg ha molto puntato sul mercato cinese per i modelli di media e alta gamma ma nell'ultimo anno le vendite si sono ridotte anche a Pechino e ora le misure protezionistiche tra Unione europea e Cina mettono ulteriormente a rischio questo sbocco. 

Il quartier generale della Volkswagen è a Wolfsburg, in Bassa Sassonia, dove sono presenti alcuni degli stabilimenti del gruppo tra cui le sedi centrali di Hannover, Braunschweig, Emden e Salzgitter. Lo stato tedesco siede nel consiglio di sorveglianza dell'azienda e ne possiede una quota del 20 per cento: secondo il regolamento ha il diritto di porre il veto su tutte le decisioni importanti. Secondo quanto riporta Bild, il ministro-presidente della Bassa Sassonia e membro del consiglio di vigilanza Stephan Weil ha spiegato di aspettarsi che “la questione della chiusura delle sedi semplicemente non si ponga grazie all'uso efficace di alternative. Inutile dire che il governo regionale presta particolare attenzione alle prospettive delle sedi in Bassa Sassonia e ai posti di lavoro disponibili”. 

Anche il potente sindacato IG Metall, tramite il presidente nazionale Thorsten Groeger, ha criticato il piano della Volkswagen. “Oggi il consiglio ha presentato un piano irresponsabile che scuote le fondamenta della Volkswagen e minaccia massicciamente posti di lavoro e sedi. Questo percorso non è solo miope, ma estremamente pericoloso: rischia di distruggere il cuore della Volkswagen. Tale taglio netto sarebbe inaccettabile e incontrerà una resistenza determinata”, ha dichiarato Groeger. “Il consiglio ha fallito. Il risultato è un attacco alla nostra occupazione, alle nostre sedi e ai contratti collettivi”, ha dichiarato Daniela Cavallo, presidente del comitato aziendale generale di Volkswagen AG. Il consiglio vuole informare i dipendenti sui dettagli durante una riunione aziendale mercoledì prossimo. Dopo la notizia, le azioni Volkswagen sono salite fino al 2,1 per cento riducendo le perdite di quest'anno del 12 per cento. 

Di più su questi argomenti:
  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.