in ungheria

A Budapest Eurogruppo ed Ecofin dimezzati. Lagarde risponde a Tajani: "Bce indipendente"

Per protestare contro l'incontro con Putin organizzato dal presidente ungherese a luglio, all'appuntamento hanno risposto solo sette ministri. Per l'Italia c'è Giorgetti, che incontra la presidente della Bce dopo i duri commenti del governo sui tagli dei tassi

Oggi e domani si svolge a Budapest la prima riunione informale dopo la pausa estiva dei ministri delle Finanze della zona euro e dell'Unione europea. Come ha spiegato il ministro ungherese Mihály Varga, i dossier al centro del vertice riguardano la crescita dell'economia europea, il rafforzamento della competitività dopo la presentazione del rapporto Draghi, il finanziamento della transizione energetica e gli effetti della crisi demografica sulla sostenibilità dei conti pubblici. All'incontro però non saranno presenti i commissari europei e diversi ministri: la commissione e alcuni governi hanno infatti deciso di boicottare l'Ecofin – all'Eurogruppo il problema del boicottaggio non si pone, dato che l'Ungheria non è nella zona euro – per protestare contro l'atteggiamento della presidenza ungherese dell'Ue, dopo che Viktor Orbán ha usato questo ruolo per incontrare Vladimir Putin a luglio.

I ministri presenti sono otto, incluso il padrone di casa: tra questi c'è Giancarlo Giorgetti insieme ai colleghi di Slovenia, Malta, Lussemburgo, Cipro, Belgio e Croazia. A rappresentare gli altri paesi (in tutto 20 perché si tratta dei paesi europei e non dell'Ue) ci saranno sottosegretari o funzionari. "Ci sono le condizioni per riunioni di successo", ha commentato nonostante la scarsissima partecipazione il ministro ungherese Varga. "Non sono deluso: ogni paese prende le proprie decisioni in merito al livello di rappresentanza ed è libero di decidere quale sia la persona adatta", ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento. 

La scelta di mandare o meno i propri ministri è dei governi e da quello guidato da Giorgia Meloni – presidente di turno del G7 – non ci sarebbe aspettato un atto ostile nei confronti di Orbán, amico e interlocutore europeo privilegiato. 

 

Al vertice è presente anche la presidente della Bce Christine Lagarde, sebbene all'inizio della settimana la sua partecipazione non fosse ancora confermata. L'incontro con i ministri europei avviene il giorno dopo la riunione in cui la banca centrale ha deciso di tagliare di 25 punti base i tassi di interesse. Una riduzione del costo del denaro, la seconda consecutiva, che il governo italiano ha commentato con parole molto dure. A sollevare le polemiche sono stati in particolare il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello delle Imprese, Adolfo Urso, secondo cui da Francoforte servirebbe "più coraggio".  "La Bce faccia quello che ritiene opportuno, ma non dobbiamo cedere a capricci rigoristi che danneggiano l'economia di tutti, anche della Germania", ha commentato il titolare della Farnesina. Sulla stessa linea il ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha chiesto alla Bce "un cambio di passo, subito". Il faccia a faccia con Giorgetti avverrà alla luce di queste tensioni, anche se dal titolare del Mef non si sono registrati commenti.

Sulle parole di Tajani è stata interrogata la stessa Lagarde in conferenza stampa. Alla richiesta di un commento ha detto: "Non siamo soggetti a pressioni politiche di alcun tipo", sottolineando l'indipendenza della Banca centrale europea come prevista nei trattati istitutivi. "Cerchiamo di stare lontani da espressioni di critica che provengono da parte di governi, lavoriamo sulla base del mandato per garantire stabilità dei prezzi". 

"La Bce deve essere indipendente ma rivendico il diritto di commentare le sue scelte", ha replicato da Roma il ministro degli Esteri.