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Finanza

Come fanno a intrecciarsi il risiko europeo di Unicredit e quello di Banca Generali

Mariarosaria Marchesano

Non solo banche ma anche assicurazioni, risparmio gestito e private banking. Dopo Unicredit su Commerzbank, anche Banca Generali sfida Mediobanca con l'opa su Intermonte. Acquisizioni che segnano nuove strategie in un mercato sempre più competitivo

Si allarga il “risiko” nel mondo della finanza: non è più solo bancario ma riguarda anche le assicurazioni, il risparmio gestito e il private banking. Tutti business strategici per un paese come l’Italia che ha un mercato dei capitali che langue ma mostra anche segnali di dinamismo, come il tentativo messo in atto da Unicredit di scalare la tedesca Commerzbank. Tentativo che, secondo l’agenzia Bloomberg, Deutsche Bank si preparerebbe ad ostacolare con una contromossa. Sulle orme di Andrea Orcel, che a questo punto deve decidere se prepararsi a una battaglia finanziaria transfrontaliera, anche l’ad di Banca Generali (la banca privata del gruppo di Trieste), Gian Maria Mossa, lancia la sua sfida promuovendo un’opa totalitaria sul gruppo Intermonte, praticamente l’unica investment bank italiana indipendente.

Un’operazione più domestica rispetto a quella di Unicredit che guarda alla Germania per consolidare la sua strategia di banca paneuropea, ma con una capacità di impatto non indifferente per il panorama finanziario italiano che non ha mai smesso di tenere sotto osservazione le mosse di Mediobanca e Generali e l’incrocio dei loro destini. Secondo alcuni osservatori, l’acquisizione di Intermonte va letta anche in chiave difensiva da parte di Trieste: inglobare una banca d’affari con competenze di brokeraggio, advisoring, negoziazione globale di titoli, che possiede desk operativi ed è specializzata nelle analisi di mercato sulle piccole e medie imprese di Piazza Affari significa sì dotarsi di nuove competenze ma anche scoraggiare le mire di Piazzetta Cuccia su Banca Generali di cui si è a lungo vociferato.

Per il Leone, il boccone da ingoiare sarebbe più grosso (anche se in termini di prezzo cambierebbe poco) e vorrebbe dire per Mediobanca doversi portare a casa un’entità come Intermonte, che sebbene in scala minore, fa in buona parte il suo stesso mestiere. Insomma, con questa acquisizione, Generali avrebbe innalzato un argine intorno a Banca Generali. Supposizioni? Per adesso, il dato è che l’operazione evidenzia la crescente concorrenza nel settore delle gestioni patrimoniali in Italia che ha la maggior ricchezza privata in Europa e non a caso è sempre più ambìto anche dai gruppi esteri. Non si può, infatti, continuare a parlare di risiko bancario senza tenere conto del fatto che in futuro i profitti arriveranno sempre di più dalle commissioni che si incassano gestendo i patrimoni dei benestanti e il risparmio dei cittadini in generale.

L’operazione avvenuta in Francia tra Bnp Parisbas e Axa Investment Managers è un consolidamento che va oltre il tradizionale business del credito. E poi c’è un aspetto tutto italiano che è rappresentato dalla miriade di imprese nate nel dopoguerra e che oggi stanno affrontando questioni di successione. Molti di questi imprenditori sono clienti di Banca Generali, che da oggi ha un’investment bank che può tracciare i percorsi di sviluppo delle loro aziende senza più i fondatori.

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