La Situa
Le buone notizie sul lavoro che la Cgil non vuole vedere
L'Istat ha certificato che la disoccupazione è scesa e che ci sono meno contratti precari e più contratti stabili. Il sindacato però ogni volta che la sua narrazione viene smentita dalla realtà piuttosto che rallegrarsi per il lavoro che va si dispera per la sua retorica che crolla
Capita ormai da mesi: ogni volta che l’Istat, l’Istituto statistico nazionale, diffonde alcuni numeri, alcuni numeri relativi alla nostra economia, c’è qualcuno che sparisce, che si nasconde, che si sotterra, che si vergogna di quello che vede. Capita ormai da mesi: ogni volta che l’Istat ci offre i numeri sul lavoro, numeri lusinghieri, numeri sempre più incredibili, il principale sindacato italiano, il sindacato dei lavoratori, improvvisamente sparisce, si zittisce e sembra quasi rammaricarsi del fatto che le cose vadano meglio rispetto a quanto sostenuto dal sindacato.
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L'ultima volta è stata mercoledì. L'Istat comunica che la disoccupazione ad agosto è scesa al 6,2% (a luglio era 6,4%). Comunica che si tratta del livello più basso dal settembre del 2007 (era al 6,2%). Comunica che il tasso di disoccupazione giovanile è sceso di 1,7 punti al 18,3%. Comunica che il numero di occupati ha superato quello di dell'agosto 2023 di 494mila unità. Comunica che il numero di nuovi occupati segna un saldo pari: +516 mila dipendenti permanenti, +123 mila autonomi e -144 mila dipendenti a termine (meno contratti precari, più contratti stabili). A fronte di questi dati ci sarebbe da festeggiare, pur sapendo che i salari in Italia sono ancora bassi, che la disoccupazione giovanile è ancora alta, che molta strada va fatta per dare alle donne più garanzie per poter lavorare e non dover scegliere se fare la mamma o se avere un lavoro. Eppure il sindacato dei lavoratori ogni volta che la sua narrazione viene smentita dalla realtà piuttosto che rallegrarsi per il lavoro che va si dispera per la sua retorica che crolla. Da un lato c'è il palco e dall'altra la realtà: solidarietà a Landini.