Italia ultima tra i Pigs: debito più alto d'Europa nel 2028
Grecia, Spagna e Portogallo abbattono il debito, in Italia aumenta: nel 2028 ci sarà il sorpasso su Atene. Nel 2029 Roma sarà l’unica tra i Pigs con un debito superiore al 2019 pre Covid
In Italia ci sono due convinzioni diffuse e trasversali: la prima è che le nuove regole fiscali europee siano eccessivamente rigide e penalizzanti (tanto che nessun partito italiano ha approvato il nuovo Patto di stabilità al Parlamento europeo); la seconda è che il debito pubblico non è un problema: è sotto controllo. Purtroppo, la realtà è ben diversa. L’Italia è, nel gruppo dei Pigs (i paesi dell’Europa mediterranea – Portogallo, Italia, Grecia e Spagna – accomunati una quindicina di anni fa da situazioni finanziarie fragili), il paese messo peggio: ha una crescita più flebile e un debito pubblico elevato che, nonostante la politica fiscale prudente e restrittiva impostata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, è su una traiettoria ascendente. Il trend è chiaro: l’Italia, nel giro di qualche anno, scipperà alla Grecia il primato del debito pubblico più alto d’Europa. Esattamente nel 2028.
Basta guardare ai Piani strutturali di Bilancio inviati alla Commissione europea. L’Italia prevede un debito pubblico del 135,8% nel 2023 che salirà fino al 137,8% nel 2026, per poi scendere al 134,9% nel 2029. Sarà l’unico paese dei Pigs ad avere, a dieci anni di distanza, un debito pubblico più elevato rispetto al pre Covid (134,2% nel 2019). Il debito pubblico greco, che nel 2019 era al 180,6% – poi salito al 207% nel 2020 – secondo l’ultimo Psb scenderà al 130,1% nel 2029 (-50 punti in dieci anni). Il sorpasso ci sarà nel 2028, quando il debito greco, che scenderà a colpi di 5 punti l’anno, arriverà al 133,4% mentre quello italiano resterà inchiodato al 136,4%. Sono certamente i postumi del Superbonus: sul debito italiano si scaricheranno 7 punti di pil di bonus edilizi, ma non solo.
C’è anche un problema di crescita anemica, che sarà la metà di quella greca. La Grecia, che recentemente ha visto lo spread sul suo bond a 5 anni scendere sotto quello della Francia (preda di una situazione fiscale all’italiana), non è un caso eccezionale. Il Portogallo, un’altra economia che durante la crisi dei debiti sovrani è stata sottoposta a un programma di assistenza della Troika, prevede nel Psb che il suo debito, ora al 95,9% scenderà all’80% nel 2029: era al 116,6% nel 2019 (-36,6 punti percenutali in dieci anni). Il governo di Lisbona ha cambiato diverse volte colore politico: centrodestra con Passos Coelho ai tempi della Troika, centrosinistra con Costa, ora di nuovo centrodestra con Montenegro. Ma la politica di bilancio non è cambiata molto: il paese raccoglie i frutti di una politica fiscale accorta, con un bilancio in surplus (anche al lordo degli interessi) in una fase di crescita economica.
Anche la Spagna, l’altro paese mediterraneo ad aver ricevuto l’assistenza del Mes, prevede un debito pubblico in calo: dal 105% del 2023 al 94,8% del 2029. Una discesa più lieve rispetto a Grecia e Portogallo, ma che comunque porta il debito spagnolo sotto il 100% e sotto al livello pre Covid (era al 98,2% nel 2019: -3,4 punti percentuali). Si tratta di paesi che hanno sfruttato la fiammata inflattiva per abbattere il debito e che ora continuano a farlo calare attraverso sostanziosi avanzi primari.
È esattamente ciò che ha fatto l’Italia negli anni Novanta per portare il debito dal 120 a quasi il 100%. Ora, invece, pare che la cosiddetta “austerity” sia una volontà di Giorgetti e non un percorso obbligato per un paese che ha macinato deficit dell’8-9% per anni. Non si è ben capito quale sarebbe l’alternativa, soprattutto dopo aver sperimentato stregonerie fiscali che hanno sconquassato i conti pubblici come il Superbonus. Semplicemente, per buona parte della classe dirigente, il debito pubblico – che negli anni Novanta era il problema nazionale – ora non è più un problema.
Il rischio, però, è che sia la realtà a ricordarcelo. E in maniera poco piacevole.
Nei giorni scorsi il Fiscal monitor del Fmi ha ricordato che i governi tendono a sottostimare la pericolosità dei debiti pubblici e che, per le economie avanzate, la soglia di rischio è al 134% del pil. L’Italia è già ora sopra questo livello, ma nel 2028, quando avrà strappato alla Grecia il titolo di paese con il debito più alto d’Europa, sarà l’unico paese sopra la soglia.