Automotive in crisi
Nissan licenzierà 9 mila lavoratori nel mondo
La contrazione di vendite e ricavi nei primi mesi dell'anno portano il colosso giapponese a rivedere al ribasso tutti i dati di produzione e gli utili, con tagli al personale del 6 per cento sull'intera forza lavoro
Nissan ha annunciato che ridurrà la sua forza lavoro a livello mondiale di nove mila unità, pari a circa il 6 per cento dei suoi oltre 133.000 dipendenti, e che adotterà un piano per ridurre la capacità produttiva del 20 per cento. “Di fronte alla gravità della situazione”, si legge in una nota ufficiale, “Nissan sta adottando misure urgenti per recuperare le sue prestazioni e creare un'azienda più reattiva e resiliente”. Il taglio drastico arriva in seguito ai non brillanti risultati dei primi sei mesi di quest'anno, in cui il colosso giapponese ha venduto nel mondo 1,6 milioni di vetture, registrando un utile netto di soli 19,2 miliardi di yen, contro i 296,2 miliardi rilevati nello stesso periodo del 2023. Un tracollo di 277 miliardi in un anno su cui pesano le circa 212 mila unità vendute negli Stati Uniti fra luglio e settembre (-2,3 per cento su base annua) che spinge Nissan a ritrattare le attese sui ricavi, previsti ora a 12.700 miliardi di yen (-1300 miliardi).
La crisi della multinazionale si inserisce nella cornice del profondo crollo dell'automotive condiviso anche dai marchi europei, insidiati dai volumi record dei produttori cinesi. Già nel giugno 2024 Nissan si è vista costretta a chiudere il suo stabilimento Changzhou nella provincia cinese di Jiangsu (in grado di costruire circa il 10 per cento della produzione Nissan nel paese) a fronte concorrenza spietata sui prezzi dei veicoli elettrici prodotti dai marchi locali.
Al rallentamento di vendite il produttore giapponese non ha saputo rispondere con un'adeguata offerta di vetture ibride, come hanno fatto invece i rivali Toyota e Honda. "Questa è stata una lezione imparata e non siamo stati in grado di stare al passo con i tempi", ha detto durante una conferenza stampa l'amministratore delegato Makoto Uchida, che ha deciso di tagliare il suo stipendio del 50 per cento: "Non eravamo in grado di prevedere che i veicoli elettrici ibridi e ibridi plug-in sarebbero stati così popolari".
Nissan ha rivisto anche le previsioni di produzione per l'intero anno, ribassandole da 3,45 a 3,2 milioni di auto, nella speranza di raggiungere un utile annuo di almeno 150 miliardi di yen (il 70 per cento in meno). Lo scopo è quello di trovare risorse fresche per tornare in carreggiata e ridurre i costi fissi di 300 miliardi di yen (1,94 miliardi di dollari). Oltre all'organico, anche il portafoglio finanziario della multinazionale sarà costretto a dimagrire, vista l'intenzione di ridurre la sua partecipazione in Mitsubishi Motors Corporation con la vendita del 10,02 per cento della sua quota azionaria, per raccogliere fino a 68,6 miliardi di yen.