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L'analisi

Le privatizzazioni partono male. Il caso dell'ex Caserma Guido Reni

Mariarosaria Marchesano

L'offerta di Manfredi Catella era stata giudicata congrua dai comitati della stessa società, ma Cassa depositi e prestiti ha deciso di tornare sui suoi passi e ripartire da zero per cercare un partner industriale

Cdp ha deciso che è meglio ripetere la gara per la riqualificazione della ex Caserma di Roma Guido Reni piuttosto che aggiudicare l’operazione al gruppo Coima di Manfredi Catella, unico concorrente ad avere avanzato un’offerta vincolante.

 

La vicenda ha dell’incredibile se si pensa che la procedura competitiva è durata un anno e a settembre sembrava cosa fatta. Me le privatizzazioni immobiliari sono terreno complicato su cui lo stato e le sue istituzioni si misurano con i privati. E qualcosa è andato storto tra la cordata di Catella, di cui fanno parte grandi investitori istituzionali come le Casse di Previdenza, e il braccio immobiliare della Cassa, la Cdp Real Asset Sgr che ha promosso la gara.

   

Va ricordato che si sta parlando della riqualificazione di un’intera area del quartiere Flaminio di oltre cinque ettari con la realizzazione del Museo della Scienza, progetto fiore all’occhiello del sindaco Gualtieri. L’iter per dar vita al polo non si interrompe, precisa Cdp, ma è evidente che per avere i fondi necessari Gualtieri dovrà attendere l’esito di una nuova procedura, che occhio e croce si verificherà verso la fine del suo mandato. Dietro la decisione della Real Asset c’è una duplice questione: il prezzo offerto dalla cordata Coima e la volontà della Cassa di partecipare allo sviluppo del progetto per la parte residenziale. A quanto si sa, l’offerta di Catella conteneva già l’ipotesi di far partecipare la Real Asset Sgr e il prezzo offerto era stato giudicato congruo dai comitati della stessa società. Ma siccome Cassa ne aveva la facoltà, ha deciso di tornare sui suoi passi e ripartire da zero per cercare un partner industriale. Scelta legittima ma che alimenta tra gli investitori il timore di incertezza sulle gare di privatizzazione.