Al mimit

Fumata nera al tavolo Stellantis con il ministro Urso. I sindacati chiedono l'intervento di Meloni

I rappresentanti dei lavoratori chiedono che il tavolo sia spostato a Palazzo Chigi. Il ministro delle Imprese vira le responsabilità sull'Ue: "Il problema dell'automotive non è Trump, neanche la Cina. È l'Europa"

Nicolò Zambelli

"Il problema dell'industria dell'auto europea non è Trump, tanto è vero che è stato Biden a introdurre i dazi alle elettriche cinesi al 100% e non è la Cina. Il problema è l'Europa che non fa i suoi interessi". Lo ha detto il ministro delle Imprese Adolfo Urso al termine del tavolo tra sindacati, governo e Stellantis che si è tenuto oggi al Mimit. Le parti si sono incontrate per fare il punto della situazione sul piano industriale dell'azienda e sui prossimi passi che il governo intende fare per migliorare la propria politica industriale.
 

 

L'incontro non è stato un successo. A margine del tavolo tecnico, durato oltre quattro ore, i sindacati non sono soddisfatti dei risultati raggiunti e chiedono che venga coinvolta la presidenza del Consiglio. "Bisogna alzare il livello di interlocuzione. Serve una spinta in più che si fa a Palazzo Chigi", ha detto Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl. "Basta tavoli tecnici. La trattativa va a rilento e per certi versi in quest'ultimo anno è stata controproducente", ha detto invece il segretario nazionale Uilm Gianluca Ficco.
 

 

Il ministro Urso ha parlato di "incontro positivo" tra le parti. A proposito dei tagli al fondo automotive da 4,6 miliardi, Urso ha detto che "il governo intende aumentare la dotazione in manovra, sostanzialmente raddoppiando le risorse, giungendo a 400 milioni di euro, a cui abbiamo aggiunto 500 milioni con il provvedimento per i contratti di sviluppi sui settori in transizione, che speriamo di raddoppiare dopo il confronto con la Commissione Ue per giungere nel 2025 a 1 miliardo di euro per i contratti di sviluppo delle filiere in transizione".

 

Il ministro ha poi aggiunto: "Tutto il sistema Italia chiede a Stellantis di scommettere sull'Italia, di presentarci un piano industriale chiaro e strategico e che ci consenta di mantenere forte quella straordinaria filiera della componentistica italiana che è un orgoglio del made in Italy". E sull'incontro a Palazzo Chigi richiesto dai sindacati: "Aspettiamo le risposte di Stellantis per poi decidere, se queste risposte sono significative e se Stellantis vuole investire in Italia in maniera concreta e significativa, allora a quel punto, se vi sono le condizioni per chiudere al meglio il tavolo con un accordo di alto profilo, è giusto che questo sia fatto a Palazzo Chigi. Se invece sono necessari ulteriori approfondimenti, è giusto che questi vengano svolti nel ministero competente con i sindacati, le Regioni e le forze produttive".
 

Allo stesso tempo Urso ha voluto rimarcare di chi sono, secondo lui, le responsabilità della crisi dell'automotive: "Il problema non è Trump e non è nemmeno la Cina. Biden ha alzato i dazi alle auto cinesi al 100 per cento. E la Cina ha investito sul Green deal europeo. Il problema è l'Europa. Noi non possiamo decidere sulle scelte degli Usa, quello spetta agli elettori americani. Noi possiamo decidere sulle scelte dell'Europa e siamo obbligati a farlo, tenendo conto della realtà. Dobbiamo cambiare da subito la politica industriale nel settore delle auto in Europa. Non possiamo aspettare la revisione prevista alla fine del 2026. Tra due anni non avremo più una industria automobilistica". 

 

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