Fare squadra per difendere il Made in Italy, in Ue e nel mondo. La versione di Lollobrigida

Le sinergie tra Roma e Bruxelles, con Fitto alla Commissione, la sovranità alimentare come protezione delle filiere più vulnerabili e le regole, che devono essere uguali per tutte, in difesa di un mercato libero e giusto. E sull'accordo commerciale con il Mercosur "proporrò un metodo perequativo", dice il ministro all'evento del Foglio

Si apre con una promessa di rafforzare le sinergie italo-europee l'intervento del minsitro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida all'evento del Foglio di oggi su innovazione e agricoltura. Con la conferma della vicepresidenza esecutiva di Raffaele Fitto alla Commissione europea, un portafoglio di peso che avrà anche il coordinamento di deleghe strategiche come l’agricoltura e l’economia del mare, "dobbiamo aspettarci questo tipo di indirizzo", dice Lollobrigida. "Mentre in Italia si discuteva e si dubitava del suo ruolo, tutto il mondo produttivo di settore ha difeso questa scelta e ha spinto a orientarsi per un rafforzamento del ruolo dell'Italia. La nostra economia ha un ruolo strategico dovuto all'impegno dei nostri imprenditori, capaci di restare sui mercati internazionali nonostante un accompagnamento non sempre idoneo delle istituzioni. Tutti gli altri paesi fanno squadra, in maniera semplicissima: dentro ai confini ognuno indossa la maglia della squadra del cuore, ma fuori tutti indossano quella della nazionale. Anche noi dobbiamo mettere la maglia azzurra per contrastare ciò che pregiudica alcuni sistemi produttivi tipici, vuoi per ragioni ideologiche, vuoi in un clima di sana concorrenza tra nazioni europee". E qui il ministro pensa, in particolare, alla pesca "che ha visto una diminuzione delle marinerie italiane del 40 per cento contro una diminuzione media del 28 per cento in Ue" e al "sistema agricolo, che ha visto una diminuzione media del 30 per cento mentre in Italia è al 35 per cento con punte, al Sud, del 50", puntualizza.

  

   
Lollobrigida aggiunge poi, allargando il quadro, che "come Unione europea non siamo soli nel pianeta. Nei mercati internazionali, a est e a ovest del pianeta, altri player fanno la loro partita. Le regole che imponiamo ai nostri produttori devono essere regole che anche gli altri impongono se vogliamo un mercato che metta tutti in condizione di competere alla pari". In altre parole, secondo Lollobrigida l'Ue ha imposto talvolta regole rigidissime, ma benché giuste, "gli altri non le rispettano". Entrano così sui mercati "con costi di produzione talmente bassi che gli permettono prezzi che i nostri produttori non possono sostenere. Questo provoca una desertificazione del nostro sistema produttivo. L'Europa è ancora competitiva ma la crescita dei nostri concorrenti è esponenziale rispetto alla nostra. Dobbiamo seguire i tre pilastri europei: sì alla sostenibilità ambientale, ci mancherebbe altro, ma anche economica e di equità sociale".
  
Ieri Lollobrigida ha annunciato un ddl con inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le regole sulla tracciabilità. "Made in Italy per il mondo significa fatto bene, buono e bello. Il Made in Italy va protetto perché possa continuare a produrre nel nome della qualità, unico grande valore aggiunto dell'Italia. Il nostro mondo imprenditoriale è sanissimo e controllato ma c'è qualcuno che prende delle scorciatoie. Quei pochi imprenditori che lavorano fuori dalle regole devono sapere che non saranno più consentite scorciatoie, perché non garantiscono più la qualità del Made in Italy". E danneggiano, aggiunge, chi invece le regole le rispetta. "Le sanzioni devono disincentivare utilizzo di prodotti che non rientrano nei disciplinari. Ma talvolta le sanzioni sono talmente irrisorie che diventano tollerabili". Questo non deve più accadere, dice Lollobrigida. "Lavoreremo su questo con la partecipazione di tutti i player e il supporto del Parlamento".

 

Ci sono però filiere più vulnerabili, come si possono proteggere? "La prima cosa sulla quale riflettere è il quadro che abbiamo individuato già nel nome del ministero: la sovranità alimentare. Si tratta della possibilità, in presenza di eventi contingenti, di avere sempre la certezza degli approvvigionamenti. tanto in termini di energia così come in termini di cibo. Non dobbiamo dipendere da nazioni straniere che possono diventare ostili. Per esempio abbiamo scarsità di produzione interne di cereali: siamo intervenuti con risorse, con un fondo che interviene su grano. Così come sulle carni rosse. Anche in questa legge di Bilancio investiremo sulla nostra capacità di resistenza, in Italia e in Europa. Dobbiamo investire sia sull'innovazione e le nuove tecnologie sia in termini geopolitici, come con il piano Mattei, per allargare l'influenza italiana e garantirci nuove catene di approvvigionamento".
    

La Francia ha ribadito oggi la sua contrarierà all'accordo commerciale con l'area Mercosur: il primo ministro francese Michel Barnier, ha detto che "Noi siamo per un commercio free and fair, aperto e giusto, e non posso spiegare agli agricoltori francesi che apro all'ingresso del manzo brasiliano che non è allevato con le stesse regole stringenti che impongo in Francia". Sul tema anche il ministro Lollobrigida insiste, dicendo che "il fattore che oggi preoccupa noi e la Francia è che i costi di produzione in Brasile, in Argentina... Per le dimensioni del territorio e per la possibilità di utilizzare prodotti che da noi sono vietati, per il costo del lavoro e le regole fiscali, quei costi sono più bassi e ciò si traduce in prezzi più bassi ai quali i nostri agricoltori non potrebbero resistere. Servono come minimo clausole a specchio: se importi qui devi rispettare le stesse regole imposte ai nostri produttori. Una soluzione può essere un metodo perequativo, che io intendo presentare. Quello che chiediamo, con una concertazione attenta, è di trovare soluzioni a livello di Ue che avvantaggino tutti".