(foto d'archivio Ansa)

l'analisi

Autostrade piene, pil vuoto. Storia di un paradosso italiano, con spunti di ottimismo

Dario Di Vico

Dall'e-commerce ai ritardi dei treni, sono almeno quattro le ragioni per cui la nostra rete autostradale continua a essere pressoché intasata. Intervenire

Come fanno a coesistere in un solo paese un Pil claudicante e autostrade pressochè costantemente intasate? La domanda se la rivolgono sia gli operatori sia gli automobilisti e la risposta può essere trovata solo nel combinato disposto di una serie di fattori differenti tra loro. In primo luogo bisogna far riferimento alla larga vittoria della gomma nel trasporto merci grazie al fatto di essersi dimostrata più flessibile e capace di adeguarsi ai mutamenti del sistema produttivo (l’allungamento delle filiere). La supremazia dei Tir sul trasporto via ferro. In secondo luogo a condizionare il traffico nelle arterie a pagamento conta molto la progressiva estensione dell’e-commerce capace di coinvolgere nuove fasce di consumatori anche grazie a una politica dei prezzi estremamente aggressiva messa in atto dal principale operatore.

La presenza di furgoni e furgoncini in autostrada, ma anche e in misura maggiore, a ridosso dei grandi centri urbani lo dimostra a sufficienza. Così lo dimostra il fatto che nell’ambito dei mezzi di trasporto i piccoli e medi veicoli commerciali abbiano ancora mercato a differenza delle autovetture. Il terzo motivo che può contribuire a spiegare la contraddizione economica da cui siamo partiti sta nella lungaggine dei cantieri autostradali: i lavori si protraggono per mesi, se non per anni e ovviamente costituiscono delle strozzature permanenti del traffico. La quarta causa dell’intasamento delle corsie autostradali la si può, infine, rintracciare nella progressiva patente di inaffidabilità del trasporto pubblico anche a lunga percorrenza.

La stagione della buona reputazione del sistema ferroviario italiano – coincisa con l’affermarsi dell’alta velocità – ce la siamo ormai lasciata alle spalle e abbiamo a che fare ogni giorno con uno stillicidio di ritardi e di cancellazioni che a loro volta sono il frutto di altri lavori sulla rete, sovraccarichi della stessa e scioperi più o meno minoritari ma sicuramente endemici. 

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