il futuro dell'auto

L'Alleanza delle Regioni automotive europea sarà a guida italiana

Maurizio Crippa

Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della regione Lombardia, alla presidenza della rete che riunisce 36 regioni europee del settore automotive. Stamattina l'incontro all'Autodromo di Monza

Monza. Non è un Gran Premio, ma sono ben trentasei sulla griglia di partenza. Autodromo di Monza, stamattina, i rappresentanti di trentasei regioni europee “economicamente più importanti” si ritrovano in una location ad alta simbologia italiana, e ad altissima simbologia sportiva: del resto sono qui per parlare (e agire) per il futuro dell’automotive. Ospiti del presidente lombardo, Attilio Fontana, e dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, che assume oggi il ruolo di presidente dell’Automotive Rregions alliance, l’Alleanza delle Regioni automotive europea. Non un ruolo formale e nemmeno una poltrona particolarmente comoda, perché l’industria delle auto rischia di trovarsi con tutte le ruote sgonfie. Anche se, dice Guidesi, “questo è proprio il momento, con la nuova Commissione, in cui si può passare a una fase propositiva, mettendo in campo soluzioni innovative”.

 

La location è simbolica, e solo chi pensa al centrodestra (romano e anche regionale a trazione Lega), nei termini di pura pulsione sovranista può restare sorpreso. Ma non c’è solo quella “componentistica”, come direbbero gli addetti dell’automotive, né soltanto ci sono le risse a base di “paraculettismo”. L’alleanza è una rete politica, di idee condivise e di amministratori di regioni impegnate a realizzare una vera, e possibile affermano, transizione dell’industria automobilistica – e del relativo indotto, importantissimo per l’Italia e soprattutto nelle regioni del nord –  in Europa

 

L’Alleanza nasce come iniziativa del Comitato europeo delle Regioni, nella logica di riunire e far cooperare su obiettivi comuni le regioni con tessuti industriali simili e altamente specializzati: qui si tratta del settore automobilistico, ma poiché al centro ci sono anche (soprattutto) le politiche attive per la decarbonizzazione nei trasporti e di obiettivi legati al Green deal europeo, è evidente che il tema si allarga anche a quello di altri ecosistemi industriali regionali, dalla chimica all’energia in giù. “Settori che hanno tutti la necessità di essere più ascoltati dall’Europa, anche nella logica delle loro diversità o somiglianze”, insiste Guidesi. Per il 2025 la presidenza dell’Alleanza è stata assegnata all’Italia, segnale importante e in controtendenza con le narrazioni consuete, e all’assessore allo Sviluppo economico Guidesi: che è uno storico sostenitore di un’Europa che non escluda e anzi valorizzi il livello regionale e degli ecosistemi continentali interconnessi.

 

Ma non è solo Lombardia, ovviamente:  dell’alleanza fanno parte altre otto regioni italiane: Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria.  Altre 27 sono le regioni europee: di Germania, Spagna e Francia; territori che alimentano un Pil di  cinquemila miliardi di euro, il 34 per cento di quello europeo.  

 

A passare il testimone a Guidesi sarà María Victoria Chivite Navascués, presidente del Governo della Navarra e presidente uscente dell’Automotive Regions Alliance. E ci sarà anche Nicolas Schmit, commissario uscente europeo per il Lavoro e i diritti sociali. Interlocutore di buon auspicio: scopo dell’incontro tra le trentasei regioni è infatti firmare un documento ufficiale, che verrà sottoposto alla nuova Commissione europea, sul futuro dell’Automotive e di tutta la manifattura.

 

Idealmente, sulla griglia di partenza di Monza, non ci sono soltanto gli interessi e le richieste di un settore industriale, per quanto importantissimo. C’è l’attesa per l’atteggiamento della nuova Commissione, che tutti annunciano o sperano come più dialogante su questi temi e con i suoi molti territori. Si vedrà a breve. Semafori verdi.
 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"